Quel maledetto Movimento

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Alcuni cittadini detestano il Movimento perché non avrebbe fatto abbastanza. I ricchi e i potenti detestano il Movimento perché ha fatto troppo. Qualcosa non torna. L’Italia è vittima di una gigantesca ipocrisia creata ad arte. Alcuni cittadini detestano il Movimento nonostante abbia mantenuto quasi tutte le promesse elettorali e questo dopo decenni che i partiti promettevano e poi si facevano i fatti propri o non concludevano nulla. I ricchi e i potenti detestano invece il Movimento perché ha mantenuto le sue promesse elettorali e cioè ha approvato leggi che hanno il difetto di dargli fastidio. Come il Reddito che redistribuisce soldi a chi ne ha davvero bisogno invece che a lorsignori come da migliore tradizione della casa. Come la Spazzacorrotti e gli altri provvedimenti sulla giustizia che rendono più rischioso intrallazzare e vanno ad intaccare quello che è stato il privilegio principe di lorsignori e cioè l’impunità. L’Italia non era solo il paese più corrotto d’occidente senza una degna legge anticorruzione, ma era anche il paese dove i ladri in giacca e cravatta la facevano sempre franca mentre ai poveri cristi bastava una caramella per finire nei guai. Ma quel maledetto Movimento ha fatto ancor di peggio. Gli ultimi decenni sono stati un’era d’oro del lobbismo, col potere vero passato dalle mani dei cittadini a quella dei ricchi e dei potenti. Con lobby che finanziavano faraoniche campagne elettorali dei partiti e dei loro ronzini a cui presentavano ovviamente il conto una volta sistemati nei palazzi che contano. Un andazzo da cui derivano tutte le leggi che hanno ad esempio massacrato i diritti dei lavoratori in nome di una crescita che peraltro non è mai arrivata e in compenso ha esasperato le disuguaglianze e fatto dilagare la povertà. Un andazzo da cui derivano indegne spartizioni della torta pubblica di cui il caso Autostrade è solo l’esempio più clamoroso. Un andazzo che spiega perché tutte le leggi scomode per lorsignori non venivano mai approvate. Come quelle anticorruzione e in favore della legalità e della trasparenza, come quelle per tagliare poltrone e previlegi e come quella sui conflitti d’interesse che ancora attende di vedere la luce. Il Movimento ha osato mettere mano a quell’oscuro verminaio e l’era d’oro del lobbismo ha subito un brusco arresto. Per ricchi e potenti quei barbari a 5 stelle non sono reperibili, non sono manipolabili, non sono comprabili. Altro che sodali, pericolose spie. Un grosso problema. Quando il 4 marzo il Movimento è arrivato al potere, invece di prendere atto della fine di un’epoca, invece di sposare il nuovo corso, i vecchi partiti e i loro amici ricchi e potenti si son messi a remare contro per fermare il cambiamento e tornare ai bei tempi che furono. Come? Semplice. Si dà il caso che quei ricchi e quei potenti siano i padroni di giornali e televisioni e paghino lo stipendio a migliaia di presunti giornalisti e intrattenitori televisivi e compagnia bella. Già, in realtà tutto torna. Ecco perché alcuni cittadini detestano il Movimento perché non avrebbe fatto abbastanza mentre ricchi e potenti lo detestano perché ha fatto troppo. L’Italia è vittima di una gigantesca ipocrisia creata ad arte contro quel maledetto Movimento.

Tommaso Merlo