Quella di Tria è stata, giustamente peraltro, una relazione piuttosto burocratica – siamo a mercati aperti e con le trattative tecniche in corso a Bruxelles – ma con un accenno abbastanza esplicito alla volontà di trovare un compromesso, da parte del ministro. Ma essa è stata subito smentita dai toni e dai contenuti degli interventi dei rappresentanti delle forze politiche che reggono il governo, la Lega e i 5 Stelle. Di nuovo viene fuori l’immagine di un’Italia schizofrenica e, sul piano politico, totalmente inconsapevole della situazione. Si continua a parlare di Europa brava o cattiva, di che dose di muscolatura bisogna mettere nelle trattative, e non ci si rende conto che qui si parla di noi, che noi siamo in una situazione problematica.
Mettiamo che non fosse l’Europa ma una zia saggia: quando l’Europa ti dice guarda che è ora che se hai due soldi li metti sulla riduzione del debito, che fai qualcosa sull’evasione fiscale, la emersione del sommerso, l’abbassamento del contante, guarda che è ora di mettere un po’ più di sprint negli investimenti, vuoi almeno discuterne? Perché queste cose ci sta dicendo l’Europa, intanto che fa rispettare regole che tutti ci siamo dati. Ma non si riesce ad avere una discussione seria e anche severa su cosa bisogna fare per tutelare gli italiani, non l’Europa. Gli italiani, di questo passo, finiscono nei guai.
Abbiamo invece sentito Borghi, presidente di commissione e rappresentante della Lega, dire non c’è un problema di decimali, c’è malafede, si vuole umiliare l’Italia: se vai con questo tono a discutere magari l’Europa si scansa e ci troviamo i mercati di fronte. Se noi paghiamo interessi più alti di quelli della Grecia, se paghiamo il 2,60 sui decennali mentre qualsiasi altro paese paga lo 0,6 o lo 0,7 ci sarà qualche motivo no? E questo ci costa miliardi in più tutti gli anni. Non è un problema dell’Europa, è un problema nostro. Purtroppo dai toni di Lega e 5 Stelle non si capisce che mandato abbia Tria.
