Quello che è accaduto ieri tra Fedez e la Rai è il retaggio di un “sistema” che viene perpetrato da anni

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I partiti controllano la Rai, si spartiscono le reti e pretendono di controllarne programmi e contenuti

Esempio plastico: la Lega si dimena e puntuale arriva la telefonata della dirigenza della rete per fare pressione affinché il soggetto audace si adegui e abbassi la cresta. Chissà quante volte sarà successo in passato e chissà quanti artisti avranno deciso di piegarsi al sistema pur di non pregiudicare la propria carriera. Per fortuna ora i tempi sono cambiati, la televisione non è più lo strumento divulgativo privilegiato e chi la controlla non ha più quel potere di condizionare pensieri e parole di chi parla, ma soprattutto di chi ascolta.

Ed è qui che sta l’inghippo. L’informazione dovrebbe lavorare perché ciò che si sviluppi nei fruitori del servizio è spirito critico, capacità di discernimento, specialmente nei programmi dedicati ai più giovani, specialmente in giornate celebrative in cui si dovrebbe affermare l’esigenza di maggiori diritti e libertà. Ieri ho provato un profondo imbarazzo, da utente del servizio pubblico, da cittadina italiana ma soprattutto da Parlamentare, espressione di una forza politica che governa da 3 anni. In questi 3 anni abbiamo fatto davvero molte cose di cui vado orgogliosa, ma devo riconoscere che sulla Rai abbiamo fatto molti errori, dettati forse dalla buona fede, forse dall’ingenuità, forse dall’inesperienza.

Prima di rifiutarci di entrare nel sistema avremmo dovuto cambiarlo, invece abbiamo semplicemente lasciato che gli altri si insinuassero riempiendo anche gli spazi che noi abbiamo lasciato scoperti. E gli altri non sono come noi! Abbiamo fatto un grosso errore, eppure in Rai c’era e c’è tutt’ora chi sperava in noi perché le cose potessero cambiare. Io credo nella politica che sa chiedere scusa, che rifiuta l’autoreferenzialità, che sa riconoscere gli errori perché possa porvi rimedio. Credo nella rivoluzione culturale che ci proponevamo e ci proponiamo di fare, così com’è anche nelle intenzioni di Giuseppe Conte. Ma la rivoluzione culturale passa necessariamente attraverso una seria riforma dell’informazione pubblica per fare in modo che ciò che è accaduto ieri non si verificherà mai più.

Ora mi aspetto che la vice dirigente di Rai3 e chiunque abbia suggerito o avvallato questo atteggiamento si dimetta. La figuraccia è stata clamorosa, anche perché ciò che si proponeva di censurare non erano altro che racconti di dichiarazioni pubbliche pronunciate da esponenti politici. Diciamo quindi che la reazione è stata scomposta e sproporzionata, giustificata solo dalla volontà di non indispettire in alcun modo una parte politica a cui probabilmente si deve la nomina. Questo sistema a cui Fedez ha giustamente deciso di non adeguarsi fa schifo e va cambiato.
Ps: a breve il Parlamento dovrà esprimersi sull’elezione dei nuovi vertici del cda Rai, quattro componenti, due per ciascuna Camera, come da avviso pubblico del 30 aprile scorso. Sarà una coincidenza?