Quello che più mi colpisce di questa crisi “annunciata” è un fatto che nessuno sottolinea

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Renzi si è fatto promotore ed interprete (a suo modo) della valorizzazione del ruolo delle donne in politica, cosicché della sua “corrente” le uniche due ministre sono donne.
Questo è innegabile.
Ma altrettanto innegabile è che lui le abbia messe lì con la stessa enfasi con la quale oggi spinge una crisi di Governo che vedrebbe come “vittime sacrificali” due donne.
Allora mi chiedo. Se ancora nel 2021 le donne possono scegliere solo se indirizzate o alla meglio condizionate dalle decisioni dell’ “uomo alfa” di turno, di quale parità di genere stiamo parlando? Davvero la nostra dignità vale quanto un bollino da appiccicarsi sulla fronte?
Che questa crisi non abbia alcun senso lo hanno capito tutti.
Che un nuovo governo non abbia in questo momento alcuna giustificazione, lo hanno capito tutti.
Ma che tutto questo si stia consumando umiliando la dignità femminile in ogni modo lo rende ancora più insopportabile.
Un’umiliazione che ahimè non si ferma all’atteggiamento del già citato senatore, ma che ogni giorno trova corpo in articoli, prime pagine di giornali, retroscena e ricostruzioni che vedono sempre le donne, di ogni compagine, oggetto di giudizi impietosi e degne sempre di essere mandate vie, a prescindere da meriti e demeriti, con buona pace della possente quota testosteronica del governo.
Se nel governo Conte I vennero sostituite in blocco tutte le donne, mi auguro che non si ripeta adesso una selezione sulla base cromosomica.
Non è accettabile una crisi adesso, è incomprensibile un nuovo governo, ma si andrebbe oltre ogni limite se si pensasse di calpestare con disinvoltura la nostra dignità. La dignità delle donne tutte.
Tutto ciò ha ancora meno senso, se si porta avanti un progetto di 200 miliardi cha ha fra i suoi obiettivi il superamento della disparità di genere.
Non ci sono soldi, non ci sono leggi, non ci sono proclami che possono sostituirsi al buon esempio.
L’esempio vale più di mille parole.