QUESTA CALAMITA’ NON E’ NATURALE

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#VENEZIARESISTI!

Due morti, la città sott’acqua, danni enormi a monumenti, negozi, case, scuole, ospedali. Tutto il mondo ha davanti agli occhi la devastazione di uno dei simboli della “bella Italia”. Una città unica, patrimonio dell’umanità, un luogo che in molti sognano di andare a vedere con i propri occhi, una città che ti lascia a bocca aperta.

E a bocca aperta stamattina siamo anche noi. Vorremmo gridare! E invece sentiamo soltanto una grande tristezza e rabbia sorda. Le ragioni per cui è accaduta questa ennesima “calamità” sono due: la crisi climatica globale e le alterazioni del fragilissimo ecosistema lagunare che lo sviluppo della nostra società ha prodotto a partire dagli anni ’60 (e continua a produrre, ad esempio lasciando entrare le grandi navi da crociera). E invece cosa leggiamo sui giornali? Di cosa si riempiono la bocca i politici? DEL MOSE! “Dov’è il MoSE?” “Perché il MoSE non funziona?” “Contro l’acqua alta serviva il MoSE.”

Cazzate. Cazzate inutili che aggravano il problema e che non dobbiamo più permettere siano pronunciate, men che meno dal sindaco di Venezia o dai politici che pretendono di governarci. Perché il MoSE è parte del problema, e non è mai stato la soluzione.

L’ironia della sorte, sempre tragica, ha fatto sì che la marea di stanotte e di oggi sia la più alta dal 1966. Allora la città rimase isolata e in gravi condizioni per diversi giorni, e si decise che bisognava cercare di evitare che una situazione del genere si ripetesse. Fu allora che venne ideato il progetto del MoSE, che avrebbe dovuto essere un sistema di alta tecnologia per salvare Venezia dalle acque alte sopra i 110cm. Nel 1982 nacque il Consorzio Venezia Nuova e si iniziò la realizzazione dell’opera. Miliardi di soldi pubblici spesi, 35 arresti, più di 100 politici e funzionari indagati, tra cui l’ex governatore del Veneto Galan, che ha patteggiato una condanna di due anni e 10 mesi. Il progetto MoSE è una pozzo nero di mafia e speculazione che succhia risorse economiche pubbliche. L’ultimo bilancio è di 5.500 milioni di euro, cui aggiungere il costo di esercizio e di manutenzione, che si stima intorno ai 100-130 milioni all’anno. Queste risorse sono sottratte al ripristino morfologico e all’inversione del degrado della Laguna, cui il MoSE stesso apporta danni irreversibili.

Se non vogliamo più vedere questa devastazione a Venezia, come nel resto del Veneto, d’Italia e del mondo, c’è una sola cosa da fare: cambiare radicalmente il modello produttivo della nostra società, mettere la vita dell’ambiente e delle persone prima del profitto privato, combattere la mafia e la corruzione, lottare per la giustizia sociale e ambientale.

Fino a che non faremo questo, non ci sarà nient’altro da dire.
Noi siamo a fianco delle donne e degli uomini che oggi a Venezia e in laguna piangono i loro cari e contano i danni. Siamo con loro, per gridare insieme che così non si può andare avanti!

VENEZIA RESISTI.