Quote latte, multe agli allevatori erano illegali: ora è ufficiale

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Una vera e propria truffa ai danni degli allevatori. Matteo Viviani de Le Iene è tornato sul caso delle “Quote latte” e delle multe milionarie imposte ingiustamente agli allevatori che hanno prodotto più. Un sistema illegale che finanziava addirittura aziende con mucche che non avevano mai prodotto latte. “Siamo passati da truffatori e delinquenti, dopo che lavori 365 giorni all’anno: è una cosa vergognosa!”.

Il gip di Roma Paola de Nicola ha messo nero su bianco la truffa. Nel 1984 gli stati della comunità europea si accordano per stabilire i limiti della produzione di latte per ciascun paese membro. Per far questo i singoli paesi dovevano presentare il dato di produzione dell’anno precedente, dato che però per l’Italia non c’era. E allora che si fa? Si prende l’ultimo valore disponibile, quello del 1939!

Così nel 1984 gli allevatori, nel pieno della crescita delle proprie attività, si ritrovarono con limiti di molto inferiori alla loro attuale produzione. “Producevamo 6.000 quintali di latte all’anno e il nostro limite adesso diventava di 1.350 quintali”, spiegava a Le Iene uno degli allevatori coinvolti dalle multe. Oltre quelle quote stabilite per legge infatti le possibilità erano due: o compravi altre quote aggiuntive oppure continuavi a produrre di più, ma beccando multe salatissime.

Multe importanti, anche di qualche milione di euro. Sanzioni che a detta degli allevatori sarebbero state illegali e infatti nel 1997 i “cobas del latte” erano scesi in piazza, bloccando letteralmente il paese coi loro trattori e rovesciando per strada il latte in più che avevano prodotto.

Sulla vicenda delle quote latte oggi però c’è una grande novità, perché è stato messo nero su bianco che il sistema delle quote latte era basato su dati falsi. Parola del gip del tribunale di Roma Paola de Nicola, che in un procedimento di archiviazione ha scritto: “Il sistema di calcolo è errato, una cosa che sanno tutte le autorità amministrative e politiche, che sono rimaste inerti per 20 anni, per non scontentare singoli centri di interesse”.

La gip di Roma ha fatto emergere dei dati davvero incredibili: quasi 6 milioni di mucche che non producevano latte erano state inserite nel conteggio delle multe. La truffa sarebbe dunque doppia: quegli allevatori con i capi che non producevano latte avrebbero ricevuto anche i finanziamenti dall’Unione europea. E se da un lato ci sono i furbi che hanno incassato, dall’altra ci sono stati allevatori che non hanno retto, e che si sono impiccati dopo avere ricevuto le multe.

La Iena Matteo Viviani è andato anche a chiedere spiegazioni al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova per chiederle se abbia mai ricevuto la richiesta di archiviazione del Gip di Roma. “Datemi il tempo di fare gli approfondimenti e poi ci vediamo e risponderò su tutto quello su cui è necessario rispondere”.

Ma aggiunge : “Noi non possiamo far pagare agli altri cittadini gli errori commessi da alcune persone, sapendo che stavano commettendo degli errori”                                                                                          fonte  https://www.ilparagone.it