Raffaello

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In occasione del Cinquecentenario dalla scomparsa di Raffaello Sanzio (1483-1520), vi proponiamo un itinerario romano alla scoperta dei luoghi d’arte in cui il grande Maestro rinascimentale ha lasciato il segno.

Raffaello, soprannominato l’Urbinate per la sua origine marchigiana, è da sempre considerato uno dei più influenti artisti del Rinascimento, accanto a Leonardo e Michelangelo, capace con la sua arte e con il suo fascino di conquistare i personaggi più importanti di quel tempo.

Nato a Urbino nel 1483, entra ancora bambino nella bottega di Perugino. Successivamente viaggia per diverse città italiane, come Siena e Firenze, osserva molto, si esercita, si confronta con altri artisti, crea! Dotato di talento, figlio d’arte, artista dall’animo nobile e gentile, pittore dell’armonia e della bellezza, uomo spesso idealizzato, ma in fondo anche lui uomo comune, vero, non immune dall’amore e dalla passione, tanto da lasciarci ben sei sonetti d’amore dedicati ad una donna a noi ancora poco conosciuta.

Il percorso sulle sue orme, qui presentato, prende avvio proprio da questo suo aspetto di uomo comune, ecco perché la nostra prima tappa non può che essere la Galleria Nazionale di Palazzo Barberini. Qui è conservato l’affascinante dipinto La Fornarina (1518-19), potremmo dire un equivalente della Gioconda, che mostra Raffaello come amante e artista. Dietro lo sguardo misterioso e il sorriso enigmatico della giovane donna si nasconderebbe la sua amata, da alcuni identificata come figlia di un fornaio di Trastevere, qui raffigurata come una dea. Si racconta addirittura che Raffaello Sanzio fosse profondamente geloso di questo quadro, tanto da conservarlo nel suo studio fino alla sua morte.

L’itinerario prosegue a Galleria Borghese, nelle cui sale sono conservate le primissime opere dell’artista, realizzate per altri luoghi e poi confluite nella collezione del cardinale Scipione, come nel caso della Deposizione di Cristo (1507). Quest’ultima, detta anche Pala Baglioni, era destinata come pala d’altare alla cappella della Chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, prima di essere data in dono al cardinale Borghese.

Un’altra storia particolare invece si cela dietro la Dama con Liocorno (1505-06). Sapete che prima del suo restauro (1935) la donna era identificata come Santa Caterina d’Alessandria? Ebbene sì, grazie a un approfondito studio, a opera del noto storico dell’arte Roberto Longhi, si scoprì che in realtà sotto la ruota dentata, principale attributo della Santa, si celava un liocorno, simbolo della purezza verginale, un dettaglio particolare che ha cambiato radicalmente la lettura iconologica dell’opera.

Il viaggio sulle tracce di Raffaello continua nella bellissima Cappella Chigi nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, splendida testimonianza della sua attività anche come architetto, per la quale egli realizza il progetto della cappella e il disegno del mosaico della sua cupola.

Da Piazza del Popolo potete ora raggiungere i Musei Vaticani, in cui ammirare le opere più significative di Raffaello. Qui il Magister ha dimostrato di essere all’altezza dei suoi colleghi contemporanei e di imporsi come uno degli artisti più in voga tutto il Cinquecento. Nelle piccole ma straordinarie Stanze Vaticane abbondano affreschi dell’artista. Attenzione perché il rischio di essere colpiti dalla cosiddetta sindrome di Stendhal è molto alto! Non è facile, infatti, staccare gli occhi dal gruppo di filosofi e studiosi della Scuola di Atene (1508). Tra questi potrete riconoscere anche volti noti, come Leonardo, Michelangelo, Bramante e Federico II Gonzaga nei panni dei più famosi filosofi; e non potrete non rimanere affascinati dalla grazia delle forme e dall’armonia dei colori del Parnaso (1511) e dalle perfette architetture che fanno da sfondo ai diversi episodi qui raffigurati. Nelle altre sale potrete trovare altre opere tra cui la Trasfigurazione (1518-20), un tempo esposta all’interno della Basilica di San Pietro, dove invece oggi trova posto una sua copia in mosaico.

Tra le molteplici opere di Raffaello Sanzio qui a Roma non mancano anche opere architettoniche, quasi un primato potremmo dire, considerando che la città conserva il numero maggiore di edifici a lui attribuiti.

Non serve andare troppo lontano da Piazza San Pietro per ammirare una sua opera architettonica; basti considerare le Logge Vaticane e il Palazzo Jacopo da Brescia, di cui si conserva ancora la facciata, entrambi esempi di stile rinascimentale.

Grazie alla larghissima fama di cui gode nel Cinquecento, Raffaello riceve diverse commissioni per ritratti, pale d’altare e pitture murali anche durante la stesura degli affreschi vaticani, lavorando instancabilmente e contemporaneamente in diversi cantieri con l’aiuto dei suoi allievi.

Altra tappa fondamentale dell’itinerario è la residenza Chigi, poi denominata Villa Farnesina, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dove l’artista lavora più volte per la realizzazione di pitture murali per il suo più fedele committente, il banchiere Agostino Chigi. Di sua mano sono infatti gli affreschi della Loggia di Galatea (1511-12) e della Loggia di Amore e Psiche (1517-19), poi conclusa dai suoi allievi, che dimostrano la sua ampia conoscenza della letteratura e dell’arte classica.

Qui a Roma, più che altrove, è forte il richiamo per l’antichità, un interesse che non risparmia nemmeno Raffaello, il quale, ricevuta la nomina di Sovrintendente delle Antichità romane nel 1515, e profondamente mosso dalla volontà di recupero delle antichità romane, partecipa agli scavi nella ricerca di testimonianze della Roma imperiale, realizzandone addirittura una mappa dettagliata, purtroppo mai conclusa.

Continuando il nostro itinerario, nei pressi del Lungotevere dei Tebaldi potete visitare la piccola Chiesa di Sant’Eligio degli Orefici (1509-1775), intervento architettonico ancora intatto; in essa è ancora riconoscibile l’influenza bramantesca nella scelta di una pianta centrale a croce greca, come nel progetto per la Fabbrica di San Pietro, opera di Bramante.

Altre tappe fondamentali per un itinerario sul grande artista rinascimentale sono anche la Chiesa di Santa Maria della Pace e quella di Sant’Agostino in Campo Marzio, a pochi passi da Piazza Navona, in cui Raffaello ha realizzato rispettivamente le Sibille e il Profeta Isaia. Non sarà difficile notare l’influenza michelangiolesca nelle pose dei soggetti, si racconta infatti che, complice il Bramante, Raffaello avrebbe visto gli Antenati della volta della Cappella Sistina di Michelangelo prima che venissero tolti i ponteggi; il Magister, tuttavia, sviluppa una soluzione originale, introducendo un andamento fluido e continuo rispetto all’opera del Buonarroti.

I suoi quadri sono diventati oggetto di frenetico collezionismo da parte di gentiluomini e letterati dell’epoca, di lui si contano più di ottanta dipinti sparse per il mondo; i suoi principali allievi continuano le sue opere più significative a Roma, ancora molto numerose. Raffaello incarna l’ideale dell’artista rinascimentale, benvoluto da papi, cardinali e dalle famiglie nobili più influenti.

Quando Raffaello si ammala improvvisamente, a Roma cala uno sconforto generale, si racconta addirittura che papa Leone X de’ Medici, nei quindici giorni di malattia, fa visita al suo artista di corte per recargli conforto. Come racconta Vasari, accanto al corpo esanime di Raffaello era posta la Trasfigurazione, “la quale opera nel vedere il corpo morto e quella viva faceva scoppiar l’anima di dolore”.

Raffaello muore il 6 aprile 1520 a soli 37 anni; le sue spoglie ancora oggi sono accolte sotto la cupola del tempio di tutti gli dei, il Pantheon, secondo le sue volontà nella terza cappella sotto la Madonna del Sasso, ultima tappa del nostro percorso.

Se volete arricchire l’itinerario, non mancate di visitare la Galleria Doria Pamphilj, in via del Corso, dove potrete ammirare il Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano (1516), e nell’elegante dimora rinascimentale, Villa Madama, una tra le ultime opere del nostro artista, disegnata sui modelli delle ville romane antiche, tra cui Villa Adriana di Tivoli e la Domus Aurea a Roma.

Con la collaborazione dei volontari del Progetto di Servizio Civile Nazionale 2020 “Roma Ti Accoglie”.