REDDITO D’EMERGENZA SUBITO!

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LA NOSTRA “SOLIDARIETA’ NAZIONALE” SI CHIAMA: CHI PIU’ HA PIU’ PAGHI!

Da un paio di giorni sono cominciati gli “assalti ai forni”. In maniera gentile, tutt’altro che bellicosa, a dire il vero. A Palermo, a Napoli, ma anche in altre città, alcuni hanno fatto la spesa di beni assolutamente essenziali e, alla cassa, si sono rifiutati di pagarla. Non per principio, ma perché non hanno soldi per pagare.

Oggi i servizi al telegiornale parlano di organizzazioni criminali dietro questi gesti.
Non c’è dubbio che la criminalità possa infiltrarsi. In fondo da sempre costruisce alcune delle sue roccaforti dove c’è maggior disagio, offrendosi come “organizzazione” capace di offrire risposte a bisogni concreti.
In questi servizi c’è un tentativo di criminalizzazione, quasi preventivo.
C’è l’obiettivo di impedire che si sviluppi “empatia”. Tutti devono avere il dubbio che chi si presenta al supermercato e non può pagare sia telecomandato dalla mafia, dalla camorra, dalla ‘ndrangheta. Così sperano di impedire una saldatura tra i diversi settori sociali in sofferenza.
Eppure, sono quasi 4 milioni nel nostro Paese i lavoratori irregolari. Sono i primi ai quali sono state sbattute in faccia le porte. Persone che da un giorno all’altro si sono ritrovate senza alcuna fonte di reddito. E che però un piatto a tavola lo devono mettere, le spese le devono continuare a pagare.

Oggi tanti politici fanno appello a un reddito d’emergenza. Hanno paura che monti la rivolta sociale, che il malcontento e le difficoltà possano lasciare il passo alla rabbia e quindi alle sommosse. Sommosse per il pane, chi l’avrebbe mai potuto dire solo un mese fa.

#FatePresto gridavano i giornali dopo il terremoto in Irpinia del 1980.
#FatePresto gridiamo oggi noi, perché milioni di persone hanno il diritto di esistere, il diritto di vivere.

Ma non ci fermiamo qui, agli appelli.
Abbiamo messo in campo gli strumenti della solidarietà e del mutualismo perché c’è bisogno di fatti prima ancora delle parole. Se ci riesce un’organizzazione come la nostra, cosa può fare l’organizzazione che si chiama Stato? Dicono che le risorse sono scarse. È questione di priorità. Non sento mai questa voce levarsi quando c’è da comprare un F35, lì c’è la “sicurezza nazionale” da preservare.
È questione di priorità.
Si costruisca una vera “solidarietà nazionale”: chi più ha più paghi. Subito. Gli strumenti ci sono.
Ciò che serve è la volontà e la determinazione politica.