REDDITO DI EMERGENZA, AL VIA OGGI I PRIMI PAGAMENTI

0
72

Partono oggi tramite l’Inps i primi pagamenti del Reddito di Emergenza. Un’operazione che riguarda i primi 67mila nuclei familiari richiedenti sulle 244.355 domande finora pervenute. Una risposta debole per una misura così importante se si considera che invece sono oltre un milione le famiglie stimate nel nostro Paese con i requisiti per accedere al reddito di emergenza e che il termine di scadenza per la presentazione delle domande è il prossimo 30 giugno, quindi ormai con dei tempi molto stretti a disposizione.

Eppure si tratta di uno strumento fondamentale per aiutare le famiglie meno abbienti, a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalla la crisi economica legata all’emergenza coronavirus. Una misura straordinaria di sostegno al reddito prevista dal Decreto legge Rilancio (art. 82 D.L. 34/2020) e rivolta a quei soggetti rimasti esclusi da tutti gli altri interventi quali il Reddito di Cittadinanza e i bonus per i professionisti. L’idea di fondo è che nessuno debba rimanere indietro e che lo Stato ha l’obbligo morale di mettere in campo tutte le azioni necessarie a coprire la totalità dei nuclei familiari in difficoltà in questo periodo di crisi. Proprio perché non sappiamo quanto sarà lunga l’onda della crisi economica e sociale della pandemia globale, credo che alcuni aspetti del Reddito di Emergenza, in occasione della conversione del decreto, vadano rivisti in modo da rafforzarlo e garantire così l’accesso a tutto quel milione di famiglie che ne hanno diritto.

👉 Ecco cosa bisogna cambiare:

📌 prorogare i termini per la presentazione delle domande

📌 estendere il beneficio per un periodo di oltre i due mesi, come invece ora previsto, e almeno fino alla completa ripresa delle attività economiche

📌prevedere automaticamente, nei casi di perdita di lavoro, il passaggio/assimilazione al Reddito di Cittadinanza evitando la ripresentazione di ulteriori domande.

📌 semplificare i requisiti di accesso visto che oltre un terzo delle domande sono state bocciate, verificando se alcuni requisiti, come quello patrimoniale, non siano eccessivamente discriminatori.

📌 avviare una campagna di informazione più capillare ed incisiva in quanto molti aventi diritto non sanno ancora dell’esistenza di questa misura.

È vero che l’attenzione in queste ore di dibattito parlamentare di conversione del decreto è focalizzata sulle misure di rilancio, essenziali per la ripresa economica del nostro Paese scosso da due mesi di blocco delle attività, ma non dimentichiamoci mai degli ultimi perché anche aiutando loro possiamo far ripartire con più forza e dignità tutta l’Italia.