Referendum, Conte: “Voto sì, non riduce rappresentatività”

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel punto stampa dopo la visita a sorpresa alla scuola “Dario Pagano” in periferia di Roma ha detto: “Il superamento di Dublino fa piacere, l’Italia ha lavorato molto in questa direzione. L’attuale disciplina svantaggia i Paesi di primo approdo. Mercoledì attendiamo la proposta della commissione Ue, e da parte nostra, siamo già predisposti a lavorare alla modifica dei decreti sicurezza. Abbiamo lavorato molto sul superamento di Dublino, l’annuncio di von der Leyen è una svolta, ed è un approccio assolutamente condiviso. Aspettiamo la proposta della commissione. Se è andata bene la riapertura? Io mi sento di dire che è inconcepibile che la scuola diventi luogo di sterili polemiche politiche. Mi chiedo, gli anni scorsi le criticità le abbiamo nascoste? La verità è che quest’anno l’emergenza ci sfida a fare di più. I radar del governo sulla scuola non si spengono. Anzi, continueranno per tutto l’anno. Non abbiamo nascosto le criticità. Qui c’è un’alta percentuale di studenti con disabilità e extracomunitari ma anche qui l’anno è partito in modo ordinato. Ci sono delle attenzioni particolari che ieri sono state riservate dalla presidente von der Leyen all’Italia. Noi ospiteremo il più importante vertice sulla sanità al mondo e siamo i massimi beneficiari delle risorse europee. C’è un rande investimento di fiducia da parte dell’Ue sull’Italia, ci stiamo comportando in modo serio e responsabile. Io voterò a Roma e come già ho preannunciato al referendum voterò Sì. Non vedo nel taglio dei parlamentari una riduzione della rappresentatività. Se corredato con un percorso riformatore, può essere il primo passaggio per valorizzare in termini anche di autorevolezza i lavori parlamentari. L’opposizione non è coinvolta sul Recovery? L’opposizione è in Parlamento, è coinvolta. Io sono pronto a andare a riferire ma deve essere il Parlamento a dirci le modalità del confronto. Sul Mes mi sono già espresso. Un buon padre di famiglia ha un quadro finanziario da tenere presente e, sulla base delle necessità, valuta se andare o meno in banca. Ora siamo concentrati sul Recovery Fund. Se il quadro di finanza pubblica rendesse necessario un supplemento di risorse, lo valuteremo insieme al Parlamento”.