Referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari a 600 fra un mese circa ed ancora se ne discute poco

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E non sempre con argomentazioni rigorose.

Sarà data la possibilità di aumentare la qualità degli eletti attraverso la riduzione della quantità degli stessi. Non c’è una connessione causale e necessaria, ma quantomeno ci si può provare.
Non si lede “sostanzialmente” la rappresentatività, dal momento che se dovessimo conteggiare su quanti livelli di controllo e governo si costruisca l’architettura dello Stato sul territorio non finiremmo neanche domani mattina….fra Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, Unioni di Comuni e via dicendo, passando per tutte le realtà controllate e partecipate dallo Stato, si capisce cosa sia la Partitocrazia, che rimane il vero obiettivo polemico di quest’azione volta a liberare energie ancora vitali nella società civile, ma destinate a soccombere causa soffocamento burocratico e clientelare con cui la partitocrazia stessa ha ingessato e necrotizzato il nostro vivere in tante dimensioni del vivere associato, per cui le libertà fondamentali sono diventate, ahimé, flatus vocis.

Tuttavia, affinché l’azione di cambiamento sia efficace e compiuta, si deve introdurre una serie di meccanismi con cui restituire responsabilità diretta all’elettore, il che significa PREFERENZA!

Senza tralasciare, a corollario, TRASPARENZA, e dunque POLITOMETRO ed iter legislativo tale da permettere a tutti la comprensione delle leggi.

Se questo riusciremo a fare, saremo noi il motore del cambiamento.
Altrimenti saremo stati un sogno di una notte di mezz’estate.