Regionali, Marche, Renzi a Jesi: “Se vinciamo, il Mes sarà una realtà”

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«La vera partita non è ideologica. Dal Mes ci sono centinaia di milioni per i pronto soccorso, gli ospedali, gli infermieri e il personale sanitario. Se vince Mangialardi arrivano, se vince Acquaroli no». Così un sicuro e ironico Matteo Renzi irrompe a Jesi, intervenendo ad un incontro presso la Sala del Lampadario del Circolo Cittadino a sostegno del candidato Maurizio Mangialardi da lui definito «il più preparato per questo incarico».

Prima la richiesta di essere aggiornato sul rogo al porto dorico, poi l’ex premier leader di Italia Viva affacciandosi sui campi da tennis dell’impianto sportivo ha ricordato i campioni di scherma e poi il Ct della Nazionale Roberto Mancini «all’inizio anche sulla panchina della Fiorentina».

E poi una raccomandazione: «Mi raccomando a Senigallia non vinciamo al primo turno e per le regionali non superiamo per favore il 30 per cento – ha ironizzato – e soprattutto divertitevi perché fare politica è bello».

Poi sui sondaggi: «Non si possono commentare: I voti saranno meglio dei sondaggi, del resto peggio è impossibile». Renzi, accanto a Ettore Rosato, vice presidente della Camera e coordinatore nazionale di Italia Viva, alla parlamentare Lucia Annibali e al consigliere regionale Fabio Urbinati ha definito il candidato di centrodestra Francesco Acquaroli un sovranista e ripercorso il recente passato: «l’accordo con i grillini è stato fatto solo perché Salvini voleva uscire dall’euro. Se avesse vinto lui non avremmo avuto i 209 miliardi dall’Europa stati. A livello territoriale le differenze tra noi e grillini sono troppo forti. Noi non siamo per il reddito cittadinanza, non siamo contro la democrazia. Ogni volta che Grillo parla capisco perché non facciamo l’accordo sui grillini».

Ci sarà un impatto sul governo se le elezioni andranno male? «No, mi auguro vinca Mangialardi perché è il più preparato, ma nelle Marche come in Toscana, in Veneto come in Puglia, in Liguria come in Campania vince e governa chi si candida sui territori. Non mettiamo in mezzo il governo nazionale che invece dovrà spendere bene i soldi che abbiamo presi in Europa».

Renzi ha definito questa campagna elettorale «molto complicata: la preoccupazione principale è dedicata ai posti di lavoro. Il Coronavius ha causato un cambiamento radicale nella storia del nostro pianeta. Ben 500mila persone hanno perso il posto di lavoro, 35mila la vita. Bisogna rimettere in piedi i cantieri, ripartire con l’occupazione e far ripartire le nostre regioni così belle. Noi abbiamo mandato a casa Salvini ma non vogliamo essere grillini. Siamo la casa di chi non è populista ma di chi scommette sul futuro e la bellezza dell’Italia».