REGIONE FACCIA FUNZIONARE LA SANITÀ E POI PENSI AGLI SCI

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Regione Lombardia invoca a gran voce la riapertura degli impianti sciistici. Ma in questo momento, con i numeri dei contagi che non si sono ancora stabilizzati, sarebbe un azzardo.

Evidentemente la lezione di agosto non è servita a nulla. La violenza della seconda ondata del Covid ci dovrebbe imporre prudenza e buonsenso. Stiamo pagando a caro prezzo la riapertura estiva delle discoteche in Sardegna, gli assembramenti a cui abbiamo assistito sono ancora sotto gli occhi di tutti.

Non c’è dubbio che le imprese che gestiscono gli impianti sciistici debbano ricevere dei sostegni economici per contenere i danni derivanti dai mancati introiti di questa stagione invernale. Ricalcare il modo di agire della Svizzera, però sarebbe troppo azzardato: il Governo elvetico ha aperto le piste da sci ma nello stesso tempo ha consigliato ai cittadini più anziani di fare il testamento biologico perché i numeri dei contagi sono fuori controllo.

Una contraddizione molto pericolosa.

Prima di pensare alla riapertura delle piste da sci, Regione Lombardia deve intervenire sui fattori che limitano il contagio. Fattori che presentano ancora moltissime lacune. Senza interventi strutturali su tracciamenti, senza il miglioramento delle cure e senza efficaci misure anti-assembramenti sui trasporti, ci ritroveremmo indifesi e rischieremmo una terza ondata.

Nicola Di Marco