RENZI E I SUOI 80.000 € DI MOTIVI PER OSANNARE IL REGIME SAUDITA

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ll Principe Bin Salman è considerato dall’ONU il mandante dell’omicidio efferato del giornalista del Washington Post Khashoggi. Secondo l’agenzia ci sono “prove credibili” che l’ordine sia partito dal principe e che il giornalista sia stato trucidato e fatto a pezzi all’interno dell’ambasciata.
Eppure Renzi colleziona poltrone in Arabia Saudita e, dietro lauti pagamenti anche da 80mila euro, continua a fare propaganda al regime saudita e al principe Bin Salman. “Un amico” a cui “invidia il costo del lavoro” e il “nuovo rinascimento”.
Sarebbe già indecente così, ma Renzi non è solo un privato cittadino, è un ex Primo Ministro italiano e attualmente un Senatore della Repubblica, che quindi rappresenta (ahimè) l’Italia ovunque vada.
E’ inaccettabile che un Senatore della Repubblica, che dovrebbe lavorare per il proprio Paese, lavori contemporaneamente per un altro Paese (e qui parliamo addirittura di un regime). Si tratta di un conflitto d’interessi che travalica ogni confine etico possibile e immaginabile.
Persino l’Onu ha chiesto a Renzi di smettere di legittimare il regime saudita, ma a Renzi, finché arrivano i bonifici, non frega proprio niente.
D’altronde se ne fregava anche quando autorizzò la vendita di bombe al suo grande amico, pur sapendo che bombardava civili in Yemen.