Renzi: “I cittadini non sono un bancomat, Italia Viva è NoTax”

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse24-02-2014 RomaPoliticaSenato - Fiducia governo RenziNella foto Matteo RenziPhoto Roberto Monaldo / LaPresse24-02-2014 Rome (Italy)Senate - Vote of confidence on Renzi's Government In the photo Matteo Renzi

Senatore Matteo Renzi, lei è stato il primo a dire che serviva una nuova maggioranza per evitare la stangata dell’Iva. E ora che sono riusciti a mettere insieme la manovra che evita l’Iva, lei attacca il governo «delle tasse». Eppure da qualche parte i soldi per l’Iva andavano trovati…
«No, io non attacco il governo. Al contrario di quello che vogliono far credere i professionisti delle polemiche, io aiuto il governo evitando che si mettano nuove tasse in un Paese in cui ci sono fin troppi balzelli. La mia storia dice che le tasse possono scendere: Imu, Irap, costo del lavoro, Ires, Industria 4.0, 80 euro. E coerentemente con questa storia abbiamo ottenuto lo stop all’aumento dell’Iva. Abbiamo vinto sulle tasse sui cellulari e sul gasolio, ora combattiamo contro le tasse sulle auto aziendali, la plastica e lo zucchero. I soldi ci sono e si possono prendere in vari modi: tagliamo le spese intermedie o rinviamo di qualche settimana il cuneo o aumentiamo la web tax. A me basta evitare la stangata. Ci sono i No Tav, i No Tap. E poi c’è Italia Viva che è No Tax».

Lei dice no alla plastic tax: non pensa che invece sia importante ed “educativo” come dicono i suoi sponsor, una penalizzazione degli imballaggi nocivi all’ambiente?
«Mi hanno massacrato tre anni fa per aver chiesto di ridurre i sacchetti di plastica nei supermercati e ho firmato l’accordo di Parigi sulla sostenibilità ambientale. Ma non vivo di ideologia: quella tassa non nasce dall’esigenza di difendere l’ambiente ma di fare cassa. E infatti Regione Emilia Romagna che si è data l’obiettivo di divenire Plastic Free ha chiesto al ministro Gualtieri un tavolo di lavoro congiunto per rimodulare la norma. Siamo seri, per favore. Italia Viva è al fianco del governatore Bonaccini per non penalizzare le aziende emiliane e italiane».

Lei è stato vittima di un “fuoco amico” furioso e di proporzioni mai viste prima nel centrosinistra, e lo ha spesso denunciato. Ora però è lei ad essere accusato di fuoco amico dai suoi ex compagni di partito del Pd. Ha cambiato ruolo?
«Io combatto contro le tasse. E mi auguro che anche pezzi dell’attuale opposizione parlamentare si uniscano a noi contro questo brutto vezzo di trovare i soldi usando i cittadini come bancomat anziché tagliare le spese inutili. Il fuoco amico è quello di chi combatte le persone, io combatto per un’idea. Spero di non farlo da solo».

Italia Viva si intesta la battaglia anti-tasse. Ma non ha aperto bocca contro scelte scellerate del governo, in continuità con il precedente: dalla questione Ilva all’Alitalia fino alla controriforma della giustizia con l’abolizione della prescrizione. Perché?
«Questo governo nasce con un obiettivo: evitare la stangata Iva e la recessione. Tutti i provvedimenti che lei ricorda sono stati firmati da un signore che si chiama Matteo Salvini e che viene considerato il capo del centrodestra. Dunque noi siamo al lavoro per rimediare i danni degli altri, in primis della Lega. Nel merito: il governo deve subito togliere alla proprietà di Ilva ogni alibi, eliminando autogol come quello sull’immunità voluto dal vecchio esecutivo. Lo scudo penale è stato tolto da loro. Ho fatto dodici decreti per tenere aperta quella fabbrica e mi sono preso gli insulti dei miei compagni di schieramento per averlo fatto. Taranto deve avere un futuro che passa per l’acciaio. Sul resto sappiamo che i numeri della maggioranza sono complicati. Più sarà forte Italia Viva in Parlamento e nella società più potremo portare avanti i nostri ideali liberali, garantisti, filo business. Anche per questo rivolgo un appello ai tanti delusi dal centrodestra: come si può stare in uno schieramento che ha come leader il Salvini che firma il reddito di cittadinanza e spende 20 miliardi per prepensionare qualche migliaio di dipendenti pubblici con Quota 100? Chi crede negli ideali liberaldemocratici e riformisti oggi venga con Italia viva e non resti con la destra a trazione leghista. Si combatta con noi in Parlamento e nella società contro gli estremisti»

Pensa che Conte sia all’altezza del ruolo? E appoggerebbe un governo a guida Pd, se si arrivasse alla sostituzione dell’attuale premier?
«Auguro al presidente del Consiglio buon lavoro. E non proseguo neanche un centimetro in polemiche assurde. Cosa succede in caso di crisi di governo lo decide la Costituzione, non qualche velina di palazzo. Lavoriamo perché il premier faccia del bene all’Italia. Lo giudicheremo per i risultati, non per la simpatia».

Nella maggioranza esiste un partito del voto anticipato?
«No. L’attuale maggioranza ha molti limiti ma non è masochista. Non anticiperà mai il voto delle elezioni politiche. Meglio dunque utilizzare questo periodo per fare qualcosa di utile. Per esempio ridurre il costo degli interessi sul debito. Quando abbiamo preso il governo l’Italia spendeva 77 miliardi di euro di interessi, oggi – grazie alle nostre riforme e all’azione di Mario Draghi – spendiamo 59 miliardi. Io dico: diamo stabilità al governo e torniamo sotto quota 50 miliardi. Si può fare, si deve fare».

Esponenti del Pd che un tempo erano renziani hanno equiparato le sue critiche alla manovra a quelle della destra, altri l’hanno paragonata a Turigliatto, famoso guastatore ai tempi di Prodi. Come risponde?
«Sono imbarazzato per loro. Fino a qualche mese fa erano pasdaran renziani, ora debbono compiacere i nuovi capi del partito e per mantenere una poltroncina dicono di tutto. Andreotti chiamava questo atteggiamento “Sindrome del beneficiato rancoroso”. Io mi limito a sorridere pensando a quanto debba essere arida una vita dove non si combatte per un’idea ma si vive sognando un mezzo incarico. Nessuna polemica da parte mia: io lotto per ridurre le tasse, loro per mantenersi vivi. Mi piace ricordarli con tanto affetto, liberi come ai vecchi tempi».