Renzi: “Il Pd sbagliò su migrazione e ius soli”

0
63

In una lettera a Repubblica, Matteo Renzi guarda indietro e propone un’analisi critica e autocritica.

In sostanza, troppa esasperazione sul tema degli sbarchi e poco coraggio sullo ius soli. Renzi sostiene che declino del partito di cui era segretario inizia “quando si esaspera il tema arrivi dal Mediterraneo e allo stesso tempo si discute lo ius soli senza avere il coraggio di mettere la fiducia come avevamo fatto sulle unioni civili”.

Per l’ex premier si tratta di una “geometrica dimostrazione d’ impotenza: allarmismo sugli sbarchi, mancanza di coraggio sui valori. Il successo di Salvini inizia lì”. La questione dei flussi migratori nel Pd “l’abbiamo sopravvalutata quando nel funesto 2017 abbiamo considerato qualche decina di barche che arrivava in un Paese di 60 milioni di abitanti, ‘una minaccia alla democrazia’”.

Il riferimento è alle parole di Marco Minniti che, nell’agosto 2017, spiegava: “Chi è accolto e chi accoglie deve avere pari diritti, se c’è conflitto tra questi diritti la democrazia rischia di perdersi”. Una frase che all’epoca fece discutere, tanto che lo stesso ex ministro dell’Interno precisò di non aver voluto dire che l’immigrazione in quanto tale è un problema per la democrazia ma che la gestione sbagliata del problema può nuocere alla qualità del sistema democratico.

Poi Renzi illustra la sua analisi. ““L’Italia non ha un’emergenza immigrazione – spiega – ma tre emergenze gravissime: denatalità, legalità, educazione. La prima è la più preoccupante: un paese senza figli è un paese senza futuro. E paradossalmente non ne usciamo neppure con gli immigrati. La demografia segna la fine della civiltà, non qualche migliaio di rifugiati che sbarcano nel Mediterraneo. E nel resto d’Europa ‘l’invasione’ che paventano i populisti nasce dalle culle, non dai barconi”

Per Renzi ora “bisogna aumentare i fondi della cooperazione internazionale (cosa che noi abbiamo fatto, la Lega no). Bisogna investire in Africa senza lasciare che lo faccia solo la Cina. Bisogna implementare la strategia energetica del sud, dall’Egitto al Mozambico”.

Le reazioni all’interno del Pd

“Dobbiamo riprendere lo spirito del Migration Compact – spiega Carlo Calenda, eurodeputato Pd, rispondendo all’agenzia giornalistica AGI che gli chiede un commento alla lettera di Matteo Renzi – quando in tre, io da rappresentante permanente dell’Italia all’Unione Europea, Paolo Gentiloni da ministro degli Esteri e Matteo Renzi da presidente del Consiglio, presentammo in Europa il piano sui migranti che fu poi implementato da Marco Minniti. Era una linea condivisa da tutti e tre, ma quel piano fu solo parzialmente implementato dall’Unione Europea. Vennero stanziati 2,5 miliardi per l’Africa che, in quella situazione, rappresentavano una goccia nel mare”. Tra i punti qualificanti di quella proposta, aggiunge Calenda, “c’era il supporto finanziario ai paesi di origine e transito dei migranti, come la Libia, per la gestione dei rimpatri”.

Per Matteo Orfini “L’idea che l’immigrazione mettesse a rischio la democrazia era un’idea sbagliata. Lo dicemmo in pochissimi: io, l’allora ministro Orlando e pochi altri. Oggi sono felice che questa riflessione sia più condivisa anche da chi allora non lo disse”.

Secondo Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd, “non c’e’ nessuna sconfessione o passo indietro rispetto alle politiche di Minniti. Lo ha chiarito lo stesso ex ministro in una recente intervista. In due anni la situazione in Libia e’ ulteriormente peggiorata. Non si poteva continuare a perseguire meccanicamente lo stesso obiettivo, chi lo ha pensato anche tra noi, ha fatto un errore. Nel voto sulla Libia, il Pd si e’ limitato a prendere atto della realtà. Grazie a Matteo Orfini, che ha aperto una discussione necessaria. I diritti umani sono un principio universale e devono venire prima di altre”.                                                                                                                                                               di Giovanni Belfiori