Renzi insiste per riaprire tutto: “Il 16 maggio è troppo tardi”

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Non desiste, Matteo Renzi. E nonostante il bollettino di “guerra” che continua ad essere comunicato ogni giorno sul fronte dei morti e dei contagiati, lui rilancia. “Riaprire l’Italia prima possibile”, ripete, nonostante le polemiche di qualche giorno fa.
Il coronavirus e le proposte di Renzi

“Riapertura il 16 maggio? È tutto da vedere. Mi sembra un eccesso”, dice a ‘Fanpage’ il leader di Italia
Viva, Matteo Renzi, commentando le parole del capo della Protezione civile Borrelli. “Perdiamo 10 miliardi a settimana, una cifra enorme. Chi può riaprire le aziende deve farlo, dando a tutti le mascherine,
facendo rispettare il distanziamento sociale”.
“Di questo virus non ci liberiamo“, prosegue l’ex premier. “Se dobbiamo stare due anni a conviverci non possiamo stare due anni chiusi in casa. Quindi il tema è quello della sicurezza dei posti che dovranno essere aperti. Non possiamo farci trovare impreparati, come ci siamo fatti trovare impreparati davanti all’emergenza sanitaria.
Abbiamo tutti applaudito medici e infermieri. Ma chi avrebbe dovuto dare i dispositivi di sicurezza ai sanitari? Ormai quello che doveva essere fatto nei messi di gennaio e febbraio appartiene al passato. Ma ora – sottolinea Renzi – dobbiamo evitare di fare gli stessi errori sulla parte economica”.

Sulle misure del governo, da lui stesso sostenuto, Renzi è prudente. “Nelle prossime 72 ore noi ci giochiamo i prossimi tre anni, perché il decreto Liquidità che il ministro Gualtieri sta scrivendo, potrebbe dare a ciascuno una percentuale del reddito del 2019 come anticipo da restituire in 100 rate mensili senza interessi, dal 1 gennaio 2022, ed è la misura chiave. È una misura per la piccola e media impresa. È un grande patto di fiducia tra lo Stato e le persone, è chiaro che questo approccio debba poggiare sulla legalità”.

Poi Renzi invita alla concretezza. “Penso che dobbiamo essere molto concreti”, prosegue l’ex premier, “in questa fase c’è sicuramente bisogno di dare una mano per un periodo specifico e transitorio a chi non ce la fa. Se si vuole immaginare una misura provvisoria è più comprensibile rispetto al reddito di cittadinanza. Ma se tu dai a chi ha lavorato quest’anno una percentuale importante di liquidità subito, con il decreto Liquidità, non c’è bisogno, per quelle categorie, né di reddito d’emergenza né del clic day dell’Inps. Diverso il discorso per il lavoratore pubblico. Una parte dei nostri politici vorrebbe un reddito d’emergenza strutturato, come il reddito universale che vorrebbe Grillo. Per me questo è profondamente sbagliato”.