Renzi su Dpcm: ‘nessuna crisi politica, esiste grande crisi economica’

0
87

Non voglio la crisi politica, ma pongo in luce la crisi economica in cui versa il Paese, e pongo la questione sul debito pubblico che erediteremo. Così ragione Matteo Renzi sulla situazione attuale dell’Italia.

Matteo Renzi è ancora in pressing nei confronti del Governo e intervistato da Quotidiano Nazionale, precisa che “non esiste nessuna crisi politica” che possa mettere a repentaglio la tenuta del governo Conte bis, mentre “esiste una grande crisi economica” che questo decreto accentua senza “risolvere il problema dei contagi”.

Il leader di Italia Viva consiglia a Conte di spiegare “perché si fanno certe scelte”, e perché si è arrivati a queste decisioni.

Un consiglio accolta prima che fosse pronunciato in realtà, perché ieri il presidente del Consiglio ha rilasciato una intervista a Il Fatto Quotidiano in cui ha spiegato le ragioni delle restrizioni.
La base scientifica della decisione

Renzi chiede che gli venga spiegata la “base scientifica della decisione” e ribadisce che “questo decreto non blocca i contagi ma aumenta i danni”.

Alla domanda posta da Renzi ha indirettamente risposto questa mattina il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il quale ascoltato in audizione al Senato ha spiegato che quando i contagi aumentano a tal punto da non essere più possibile tracciare i contatti (contact tracing) relativi al positivo scoperto attraverso i tamponi e altri test, salta il sistema stesso e per tale motivo è necessario intervenire con il contenimento per riportare la curva al di sotto della gestibilità.
Il decreto ristori e il debito pubblico

Ora Renzi spera che il decreto ristori e le somme di denaro diretto, a fondo perduto, messe a disposizione degli imprenditori colpiti siano sufficienti.

“Spero che non ci siano ostacoli burocratici come quelli degli ultimi mesi”.

Renzi pone anche un’altra questione, ed è quella del debito pubblico che l’Italia sta accumulando in questi mesi di pandemia con varie autorizzazioni richieste al Parlamento per sforare rispetto al bilancio approvato nel 2019.

“Il problema ovviamente diventa la gestione del debito pubblico: qui si spende come se non ci fosse un domani. Ma il domani arriverà e i costi li pagheranno i nostri figli.”