Renzi sull’alleanza PD-M5S: “Una cosa sono i governi di emergenza, un’altra i matrimoni”

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Secondo Matteo Renzi un eventuale alleanza programmatica tra i due partiti sarebbe del tutto innaturale.

Il leader di Italia VIva, a poche ore dal termine ultimo per la presentazione dei candidati alle prossime elezioni regionali, ha voluto dire la sua sulla possibile alleanza tra Partito Democratico e Movimento Cinquestelle per far fronte ad un centrodestra che sembrerebbe partire in netto vantaggio.

L’ex presidente del Consiglio, in questo senso, ha rimarcato a La Nuova Sardegna l’innaturalità dell’accordo programmatico stretto in alcune regioni tra dem e pentastellati:

“Io ho grande rispetto per i dibattiti interni ai partiti, ma credo che già alle prossime elezioni molti riformisti voteranno Italia viva anziché un Pd che ha scelto l’abbraccio strutturale con il M5s. Una cosa sono i governi di emergenza, un’altra i matrimoni”, ha incalzato Renzi.

Per l’ex sindaco di Firenze occorrerebbe distinguere tra l’accordo che alla fine della scorsa estate ha portato alla nascita dell’esecutivo giallorosso, noto anche come Conte bis, ad un alleanza programmatica:

“Allora c’era il rischio di un governo dei ‘pieni poteri’, totalmente sovranista e antieuropeo. Un governo Salvini-Meloni, insomma. Avere evitato i pieni poteri credo sia un fatto positivo”, ha sottolineato Renzi.

Non è mancata poi una frecciata scagliata all’indirizzo del leader leghista che, secondo il capo politico di IV, avrebbe potuto portare ad una situazione pandemica simile a quella brasiliana in caso di permanenza al governo:

“””Salvini avrebbe gestito l’emergenza sanitaria alla Bolsonaro e quella istituzionale alla Orban. Questo mi porta a dire che con tutti i limiti e le difficoltà ho fatto bene a bloccare Salvini. Se avesse governato lui non avremmo avuto 200 miliardi dall’Ue, ora tocca a Conte spenderli bene”, ha concluso Renzi.

Nella giornata di ieri il capo politico del Movimento Cinquestelle, Vito Crimi, ha escluso che quella tra pentastellati e dem possa trasformarsi in un’alleanza strutturale e programmatica, sottolineando come l’intesa rimarrà confinata ad alcune regioni.