REQUIEM PER LA DEMOCRAZIA DIRETTA

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L’annullamento delle votazioni su Rousseau programmate per il 10 e 11 febbraio (oggi e domani) risulta inaccettabile per due ordini di ragioni.
Il primo motivo attiene alle regole basilari della democrazia (sia diretta che rappresentativa): la tempistica dell’espressione del voto è fondamentale. Ciò che accade può spostare l’opinione dei votanti ed è per questo che, una volta fissata la data di una tornata elettorale, la stessa non può più essere arbitrariamente modificata. Altrimenti, c’e’ il rischio che chi detiene il potere, se alla vigilia del voto ha il sentore che l’esito non sia quello auspicato, possa rinviare il voto in attesa che accada qualcosa che volga a proprio vantaggio l’opinione pubblica.
Questo è esattamente ciò che è accaduto nel caso di specie: poiché c’era il fondato rischio che gli iscritti votassero in massa il no al governo Draghi, Grillo e Crimi (rispettivamente garante e capo politico reggente, ovvero i detentori delle leve del m5s) hanno stoppato le votazioni precedentemente indette, in attesa che Draghi chiarisse a reti unificate di essere un grillino della prima ora, che il programma delle meraviglie venisse stentoreamente declamato e i media completassero il processo di beatificazione.
Il secondo motivo attiene, invece, alle argomentazioni di merito a giustificazione dell’annullamento delle votazioni: Grillo ha affermato che per votare occorre prima sapere se Draghi escluderà o meno la Lega e se accetterà alcuni dei punti programmatici proposti dal moVimento.
Senonché, ciò che tanti iscritti contestano ed intendono contrastare è la nascita di un Governo con un Presidente del Consiglio che abbia un pregresso inconciliabile con i principi del moVimento, che sia portatore di interessi elitari confliggenti con quelli che abbiamo sempre difeso, che non sia espressione di alcuna forza politica democraticamente rappresentativa, che si accinga a guidare un’accozzaglia di partiti con visioni diametralmente confliggenti tra loro e che tutto ciò sia il risultato di una “congiura di palazzo” abilmente orchestrata da molti ed eseguita da Renzi.
Contrariamente a quanto affermato da Grillo, la partecipazione della Lega al Governo e la pubblicazione di un programma ben confezionato risultano irrilevanti ai fini della votazione che era stata indetta e che, in conformità allo statuto del m5s e al fondativo principio di democrazia diretta, avrebbe dovuto dettare la linea politica da tenere.
La bandiera del moVimento è stata ammainata e occorrerà ripartire da zero.

Mattia Crucioli M5S