Resi Amazon, nuova legge della Regione Lazio: andranno in beneficenza

0
92
amazon

La Regione Lazio ha approvato un emendamento alla legge di bilancio che coinvolge direttamente i resi Amazon. Basta sprechi sui prodotti rispediti al mittente, che finora sono andati direttamente al macero per convenienza delle aziende di distribuzione. Si stima infatti che siano circa 100mila i prodotti a essere distrutti ogni mese da Amazon, che siano danneggiati, nuovi o invenduti.

La volontà che anima questa nuova legge da parte della Regione Lazio è principalmente quella di ridurre gli sprechi legati al macero di resi e beni non venduti. “C’è un problema di impatto ambientale perché questa merce diventa rifiuto, e di opportunità perse perché si tratta di prodotti che potrebbero essere utili per fini sociali”, ha detto il Consigliere Regionale Alessandro Capriccioli, firmatario dell’emendamento.

In parole povere, quando il bene viene reso ad Amazon, la Regione provvede attraverso una serie di protocolli a fare da intermediario fra l’impresa distributrice e il potenziale beneficiario finale, che siano enti pubblici o no profit. Secondo Capriccioli, alle aziende produttrici conviene di più distruggere i prodotti resi piuttosto che confezionarli nuovamente e metterli di nuovo in vendita.
Un progetto anti-spreco

I costi di questo processo sono decisamente alti rispetto alla scelta del macero, ma l’obiettivo della nuova legge regionale è proprio quello di farsi a carico di tutte le spese necessarie per il ricollocamento dei prodotti e la donazione di questi ai più bisognosi: “Non possiamo obbligare Amazon, ma nel nostro piccolo è un segnale importante. La Regione Lazio c’è su questa partita e vuole dare un contributo alla lotta contro gli sprechi“, ha dichiarato il Consigliere Regionale.
Comunicare per educare

Donazioni “fisiche” ma anche campagne di comunicazione per sensibilizzare i cittadini e responsabilizzarli come consumatori circa il destino dei prodotti oggetto di reso. Spesso infatti la facilità con la quale si permette questa procedura, soprattutto attraverso Amazon Prime Now, viene vissuta come una scelta superficiale.

“I cittadini devono sapere che quando rendono una merce 9 volte su 10 finisce al macero”, spiega Alessandro Capriccioli. “Se lo sapessero, forse, non la spedirebbero indietro o si impegnerebbero per cercare di donarla verso chi ne ha bisogno”.