Rifiuti Reggio. Delmonte (Ln): Appennino fanalino di coda per la differenziata

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Adottare nuove soluzioni per migliorare la percentuale di raccolta differenziata nei comuni fanalino di coda dell’Appennino Reggiano. Lo chiede un’interrogazione presentata in Regione da Gabriele Delmonte della Lega nord, che invita la giunta a mettere in campo azioni in collaborazione con Atersir, Iren ed enti locali per avvicinarsi ai livelli fissati dal Piano regionale dei rifiuti al 2020. I dati pubblicati dalla Regione sulla raccolta differenziata per l’anno 2018 hanno evidenziato, per la provincia di Reggio Emilia, una “spaccatura evidente” fra le percentuali della zona nord della provincia (pianura) e la zona sud (montagna): si va infatti dal 91% di raccolta differenziata a Poviglio, fino al 38,4% di Villa Minozzo e Ventasso con il 41%. Numeri, quelli delle zone appenniniche, nettamente al di sotto di quelli fissati dal Piano rifiuti regionale, che prevede di raggiungere la percentuale del 73% di differenziata dei rifiuti solidi urbani entro il 2020 (unico dato a discostarsi dalla media “montana” è il comune capoluogo, Castelnovo ne’ Monti, dove si è arrivati ad un 66,8% essendo in essere la modalità di raccolta “porta a porta”).

“Sicuramente una delle possibili cause- sottolinea il consigliere del Carroccio- è riconducibile alla vastità dei territori comunali, alle distanze tra frazioni e al fatto che ad oggi la raccolta differenziata sull’Appennino avviene tramite i bidoni di plastica, carta, vetro e indifferenziato a cui i cittadini si recano con le rispettive borse fornite dai comuni”. Si legge nell’atto ispettivo che l’estensione del porta a porta ai comuni del Crinale avrebbe, secondo Atersir, costi eccessivi, così come altre proposte contenute nel Piano d’ambito provinciale (come il porta a porta senza controllo per il capoluogo e due frazioni). “Per iniziare un percorso di miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata dei comuni dell’Appennino reggiano- propone il consigliere Ln- si potrebbe prendere come esempio diversi comuni montani di altre regioni, i quali hanno adottato i cassonetti a calotta, apribili con un badge registrando e attribuendo alle singole utenze ogni conferimento di indifferenziato”.