Risparmio, piena sintonia di Ghisolfi con Profumo

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Risparmio, piena sintonia di Ghisolfi con Profumo: “La sua crescita torni motore di sviluppo”

L’annuale indagine Acri – Ipsos, in occasione della Giornata mondiale del Risparmio, certifica l’aumento delle disponibilità immobilizzate presso i depositi bancari durante il primo lockdown. E lancia un allarme alla Politica: 1 Italiano su 3 non reggerebbe una seconda chiusura generalizzata in assenza di adeguati sostegni pubblici

Questa sera il banchiere europeo e scrittore fossanese ospite via skype di Marina Valerio su ClassCNBC a 5 giorni mercati dalle ore 19

“L’aumento del risparmio, che non si traduce in investimenti, non diventa motore di sviluppo”. Così, con questa fondamentale dichiarazione riassuntiva, il Professor Francesco Profumo, ha riassunto il contenuto e la filosofia dell’annuale rapporto stilato dalla collaborazione fra l’ACRI – Associazione fra le Casse di risparmio e le Fondazioni di origine bancaria – e la società demoscopica Ipsos, in occasione della ricorrenza della Giornata mondiale del Risparmio. Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo e dell’ACRI, ha introdotto così l’edizione 2020 della ricerca, la prima dell’era covid-19 che pone molte sfide, diverse ma tra loro complementari, alle famiglie, alle istituzioni finanziarie e all’autorità politica.
Alcuni dati vengono in immediata evidenza: per un Italiano su 5 sarebbe un problema fare fronte a una spesa imprevista di 1000 euro, per 1 su 2 dover fronteggiare con risorse proprie un’emergenza da 10.000 euro. Circostanza ulteriore da non sottovalutare: mentre per la maggioranza degli Italiani, il primo lockdown si è tradotto in un aumento delle disponibilità liquide immobilizzate presso i depositi bancari, e salite a un totale prossimo ai 1700 miliardi di euro, per un cittadino su 3 sarebbe insostenibile una seconda chiusura generalizzata delle attività economiche. Più precisamente: insostenibile stante l’assenza di aiuti pubblici adeguati che possono competere unicamente all’autorità politica, dal momento che – come ha ribadito il Presidente Profumo – le Fondazioni di origine bancaria, in quanto enti non lucrativi azionisti di riferimento di importanti istituti di credito nazionali e locali in Italia, hanno dedicato quote consistenti dei propri bilanci, intaccando anche per la prima volta i fondi di stabilizzazione delle erogazioni accumulati in precedenza, a sostegno del welfare sociale sussidiario e del terzo settore sia pubblico che privato, incluso il socio-sanitario.
Numerosi spunti sui quali convergono le riflessioni del Banchiere Beppe Ghisolfi – in precedenza vice presidente di ABI e ACRI e attuale numero 2 e tesoriere del Gruppo europeo delle Casse di risparmio -, autore a inizio anno del best sellers dedicato specificamente alle Fondazioni Bancarie, amico e intervistatore di Francesco Profumo fin dai tempi del pionieristico libro “Banchieri” e attualmente in “Vista da vicino” (sempre edizioni Aragno): il dossier Acri – Ipsos è uno strumento assolutamente e altamente prezioso, in quanto consente alla politica di varare un molto mirato e finalizzato pacchetto di sostegni a fondo perduto che possono e devono competere unicamente al Governo – il quale non può pensare di delegare un tale capitolo al settore bancario o a quello delle fondazioni già in primissima linea – e che vanno indirizzati a quel terzo di popolazione italiana, formato in prevalenza da autonomi, commercianti, artigiani, dipendenti privati, esposto in maniera inevitabile agli effetti economici del covid-19.
Non è un caso che, mentre i dati del prezioso dossier Acri – Ipsos scorrevano a Roma, da Washington giungessero aggiornamenti in merito ai nuovi andamenti economici e occupazionali degli Stati Uniti d’America, dove la politica governativa dell’Amministrazione Trump, integrata con i piani di liquidità della Federal Reserve (la Banca centrale USA), ha consentito il recupero di un terzo del PIL e un calo della domanda di sussidi di disoccupazione seguito al riassorbimento di molta manodopera nelle imprese datoriali di origine nel frattempo salvate dal più vasto piano di aiuti a fondo perduto mai varato dal 1929 a oggi.