RISULTATI ESPERIMENTO COSMICRAY

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Il 13 luglio 2019 alle ore 13,25 dall’Aviosuperficie di Castello di Annone (Asti) e’ stata lanciata la missione TSV3 Apollo Mission Cosmicray , adesso e ‘ ora di parlare dei risultati dell’esperimento. Come già detto, la missione Near Space doveva commemorare il 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna. E cosi e’ stato, la missione ha superato tutte le aspettative riportando a terra delle meravigliose immagini della nostra Terra dalla Stratosfera. Una volta recuperata la capsula oltre a recuperare i video ci siamo subito preoccupati di scaricare i dati dell’esperimento denominato Cosmicray dai contatori Gaiger installati a bordo.
La capsula portava con se’ n.2 contatori Gaiger che avevano il compito di registrare le radiazioni cosmiche provenienti dallo spazio profondo. Un contatore era stato immerso all’interno del polistirene protetto da una copertura di materiale alluminato foderato di polietilene che fungeva da base della capsula. La base veniva chiusa da una prima capsula che a sua volta veniva coperta da una seconda capsula costruita sempre con materiale alluminato foderato di polietilene creando un intercapedine. Il secondo contatore era stato piazzato all’interno di un contenitore con un interstizio, riempito di argilla e polvere di alghe di chlorella .Il tutto veniva a sua volta sigillato nel polietilene e piazzato lungo i cavi di kevlar che tenevano il pallone sonda .
Abbiamo pensato di comparare i nostri dati con quelli di uno studio analogo del 2015 denominato ” Earth to Sky Calculus”.Tenendo presente che il valore massimo rilevato a 33.500 metri dal progetto “Earth to Sky Calculus” è stato di poco superiore ai 4.0 µGy/h, pari a circa 4 µSv/h, possiamo notare (nelle immagini dei grafici allegati) come i profili radioattivi rilevati durante il volo della sonda TSV3 abbiano lo stesso profilo ma purtroppo le misure effettuate rivelano dei valori massimi di picco differenti e più elevati di quelli riscontrati nel progetto del 2015:
nell’esperimento a 5,04 e a 5,28 μSv/h
all’interno della capsula a 4,85 e a 5,04 μSv/h


CONCLUSIONI
Da una prima analisi comparativa tra il volo eseguito durante il progetto del 2015 (preso come riferimento) ed il volo della TSV3, nonostante l’andamento del profilo radioattivo sia verificato a distanza di 4 anni, si nota viceversa un aumento dei valori registrati.
L’aumento del livello misurato durante il volo della TSV3, si può imputare al fatto che, per quanto le condizioni solari, le tempistiche di volo e le altitudini raggiunte fossero pressochè identiche, vi possa essere una diversità nelle misure dovuta alla differenza di latitudine tra i due siti di misura, con molta probabilità quindi, potrebbe essere dovuta ad un aumento della radiazione cosmica e non imputabile alla attività solare.
Guardando poi il profilo dell’esperimento risulta che non vi è stata una attenuazione percettibile della radiazione misurata, come invece ci si aspettava.
Un fattore però a favore del volo della sonda TSV3, lo si riscontra nella comparazione tra le misure effettuate dai due contatori Geiger.
A differenza di quanto previsto (e sperato) una migliore radioprotezione è stata fornita dalla capsula anziché dai materiali presenti nel contenitore dell’esperimento.
Questa inaspettato risultato nelle misure ha evidenziato che qualche materiale utilizzato nella costruzione della sonda TSV3 ha permesso di ridurre l’irraggiamento cosmico.
Questo non vuole, al momento, escludere l’effetto dei materiali scelti per l’esperimento, ma solo che lo spessore degli stessi, intorno all’unità di misura, non era sufficiente a produrre un apprezzabile riduzione della radiazione.
Con molta probabilità una maggiore interazione tra i componenti costruttivi della capsula e una miscela adeguata dei materiali di protezione dell’esperimento, che ricordiamo essere stati posizionati in strati diversi e non miscelati poiché le intercapedini a disposizione per contenere i materiali erano molto strette (5.0 mm) e non avrebbero permesso un riempimento omogeneo degli eventuali prodotti miscelati insieme.
Rimaniamo sempre disponibili a condividere i nostri dati raccolti duramte la missione con qualunque ente scientifico che ne faccia richiesta .