Roma, neonati nati in crisi di astinenza da cocaina

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Neonati e in crisi d’astinenza da cocaina, eroina e oppioidi, questa la denuncia dei medici dei reparti neonatali di tutta Italia. Non casi rari, ma una piaga in aumento.

Sono quattro i casi di neonati che al policlinico Casilino di Roma sono ricoverati nella terapia intensiva neonatale per crisi d’astinenza da cocaina.

Incredibile, ma i medici denunciano quella che sta diventando una vera piaga sociale e non solo a Roma, ma in tutta Italia.

Accade così che bambini appena nati devono assumere il metadone per essere disintossicati dalla tossicodipendenza subita ancor prima di nascere. Infatti, le donne che assumono droghe, e in questo caso cocaina, non si fermano neppure durante la gravidanza.

Per ora i medici affrontano l’emergenza neonati in crisi di astinenza con terapie appropriate, ma l’ombra di ritardi neurologici o altri problemi psicofisici sono per ora solo timori che potrebbero manifestarsi durante la fase di crescita.
Gli altri casi in Italia di neonati in crisi di astinenza

A Grosseto, una città medio-piccola, il reparto neonatale in tre mesi ha ospitato tre nascituri positivi alla cocaina.

A Milano, invece, tra settembre e ottobre sono state trovate tracce di droga in ben sei bambini appena nati.

Lo scorso 20 settembre a Padova un bambino è stato tolto ai genitori perché pochi giorni dopo il parto si è scoperto che era sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Il primario dell’ospedale Casilino di Roma, Piermichele Paolillo, intervistato dal quotidiano la Repubblica, spiega che ogni anno sono 20 in media i casi del genere, che portano i medici a segnalare il caso al tribunale dei minori che avvia l’iter per la nomina di un tutore.

Altri casi si segnalano anche al Careggi di Firenze (circa una decina ogni anno), ma il primario del Casilino deve ammettere con tristezza che purtroppo alcuni casi potrebbero sfuggire alle loro osservazioni, perché non è così semplice scoprire un neonato in crisi di astinenza e per fare le analisi specifiche, inoltre, è necessario il consenso scritto di entrambi i genitori.