Roma sempre più città dei consumi, sempre meno dei diritti

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Anche quest’anno, all’approssimarsi delle feste natalizie, le aziende partecipate di Roma vengono chiamate dall’amministrazione comunale a garantire un potenziamento dei servizi che puntualmente ricade sulla pelle dei lavoratori. Così, dimenticandosi vergognosamente del lavoro gravoso che svolgono quotidianamente, gli viene chiesto di lavorare di più.

Come nel caso di Atac, che in accordo col Comune, ha deciso di intensificare il servizio di alcune linee dirette al centro per favorire lo shopping natalizio o come Ama, che ha predisposto un piano prioritario per le attività di pulizia delle strade del Centro Storico.

Poco importa se durante tutto l’anno i pendolari e gli abitanti delle periferie ci impiegano ore per recarsi al lavoro, a causa delle corse che saltano. Importa ancor meno che le periferie siano sommerse dai rifiuti tutto l’anno, per mancanza di mezzi di raccolta e di operatori ecologici.

Come sembra non interessare affatto che il tasso di disoccupazione nella città ha impoverito a tal punto le famiglie che tutto possono fare, tranne che permettersi il lusso di spendere la tredicesima per fare acquisti nelle vie del centro.

Resta al contrario, il record tutto romano delle tasse comunali tra le più alte del Paese, nonostante il continuo calo della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici. Una città sempre più governata dai consumi e sempre meno dai diritti degli utenti e dei lavoratori che va nettamente nella direzione opposta alla piattaforma “IO NON CENTRO” che USB ha consegnato alla sindaca Raggi.

Un Piano strutturale di rilancio per la Capitale, che non parte dal soddisfacimento del profitto di pochi ma dai reali bisogni degli abitanti delle periferie. Più servizi, più case e più occupazione. Sono queste le priorità che dovrebbe avere a cuore l’attuale amministrazione.

Unione Sindacale di Base – Federazione di Roma