Salvini: App Immuni? Non darò i miei dati a chi ha soci cinesi

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La società che ha sviluppato l’app di tracciamento avrebbe nella propria compagine societaria la quota di un investitore di Hong Kong.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, non scaricherà la App Immuni, l’applicazione per il tracciamento che ha avuto il suo debutto ieri.

“Finché non ho certezza – così ha detto ospite a Quarta Repubblica – che dati privati degli italiani non siano al sicuro e non vadano in mano a qualcuno che ha soci cinesi, ci penserei 1000 volte”. “La Cina non è una democrazia”, ha sottolineato.

​Il riferimento è alla società milanese che ha sviluppato Immuni, Bending Spoons, tra i cui investitori comparirebbe un socio di Hong Kong, che però ha ricevuto il via libera dal Garante della privacy, sotto le linee guida decise dal governo per garantire la riservatezza dei dati, tra cui il decentramento della raccolta, l’anonimato e la cancellazione definitiva entro il 31 dicembre.

“””Se qualcuno deve spiegare qualcosa nel mondo – prosegue Salvini – è proprio a Pechino. Perché non hanno detto quello che stava accadendo e ora magari, coi soldi che hanno in tasca, pensano di venire a fare shopping in Italia”. “Non solo non gli do i dati del mio telefonino ma vorrei tenerli lontani dalle aziende italiane” ha aggiunto il leader della Lega.
Il lancio di Immuni

Da ieri pomeriggio la app di tracciamento può essere scaricata, su base volontaria, per tutto il territorio italiano, ma la sperimentazione verrà implementata solo in quattro regioni – Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia – che hanno aderito alla fase iniziale di test.

La app servirà ad allertare le persone entrate in contatto con un positivo, per consentire l’immediata quarantena e avviare tempestivamente, laddove ce ne sia bisogno, il protocollo sanitario di cure. Il tracciamento, non obbligatorio, servirà a rompere la formazione di eventuali catene di contagio ed evitare una nuova ondata epidemica.
Come funziona

L’utilizzo dell’app dovrà coniugare l’esigenza di sicurezza e prevenzione alla tutela della riservatezza dei cittadini, soprattutto in materia di informazione personale sensibile, come quella relativa alle condizioni di salute.

Potrà avvenire in forma anonima o sotto pseudonimo, in modo da salvaguardare l’identità dell’utente. Le informazioni raccolte dall’app non saranno centralizzate ma resteranno nei dispositivi personali di chi utilizza il tracciamento digitale. Gli utenti saranno avvertiti nel caso di contatto con un positivo, senza che l’identità di questi venga rivelata. Tutti i dati saranno cancellati entro il 31 dicembre 2020.

L’introduzione dell’app ha generato alcune polemiche proprio per il timore che i dati personali degli italiani venissero concentrati nelle mani di una società privata straniera. Nel mesi di aprile il Copasir, invocato dalla senatrice Anna Maria Bernini, presidente del gruppo di FI al Senato, aveva convocato in audizione il ministro della Salute, Roberto Speranza, e dell’Innovazione, Paola Pisano, per chiarire la presenza di capitali cinesi nella società che metterà a disposizione l’applicazione per il tracking dei contatti.