Salvini come Pannella: contro l’arroganza del potere torna in Italia l’arma del digiuno

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Matteo Salvini rispolvera una grande arma di pressione politica che caratterizzò Marco Pannella: il digiuno. Il digiuno come protesta contro l’arroganza del potere in Italia. Contro le anomalie di uno Stato che calpesta i diritti del cittadino in fatto di giustizia. Il digiuno contro la commistione, sempre più tossica, tra giustizia e politica. Torna in questi giorni l’atmosfera delle vecchie battaglie garantiste di Pannella. Salvini ha lanciato il “digiuno di solidarietà e protesta”. Attivando anche il sito digiuno persalvini.it. Il motivo è noto. Il leader della Lega ha scelto di farsi processare dai giudici di Catania per il caso Gregoretti. E vuole trasformare il processo che lo riguarda in una clamorosa contestazione collettiva. L’obiettivo è una «difesa collettiva con cinquecento o mille avvocati». «Processatemi, ma fatelo in un tribunale grande, per ché sarà un processo alla maggioranza degli italiani».

Salvini conta in questo modo di raggiungere più bersagli con un colpo solo. Politicizzare la consultazione di domenica in Emilia Romagna dirottando gli indecisi sul voto di opinione. Far esplodere le contraddizioni di una maggioranza forcaiola sul tema della giustizia. Salvini dice “processatemi” proprio quando i “giallorossi” varano l’obbobrio giuridico della prescrizione “riformata”.

Ma, al di là delle questioni contingenti, il leader della Lega va a smuovere storiche e profonde passioni. Quelle appunto che riguardano l’uso politico della giustizia. Un vizio antico della Repubblica. Un vizio, in qualche modo, congenito. Perché i padri costituenti “dimenticarono” di definire i poteri della magistratura. Di delimitare chiaramente il confine tra potere politico e giudiziario. Di dividere le carriere tra magistratura inquirente e giudicante. I padri costituenti in realtà non erano d’accordo tra loro. E la “costituzione più bella del mondo” (così dice un comico “esperto” di diritto) ha aperto la strada a decenni di abusi.

Pannella sicuramente approverebbe. Certo è che la Lega ne ha fatta di strada. Da quando un senatore del Carroccio agitò un cappio nell’Aula attonita di Palazzo Madama.