Salvini, e ora?

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È tutta questione di… realismo.

Alle precedenti elezioni europee, Renzi registrò un consenso pari al 40,8% dei voti; il suo elettorato lo hapoi “scaricato” in occasione del referendum del 2016 fino a detronizzarlo alle politiche del 2018, allorché il M5S di Di Maio ha raggiunto il 32%. Ad un anno dal quel risultato, il capo del Movimento lascia il passo a Salvini che, nello stesso periodo di tempo è passato dal 17% al 34% dei consensi.

Tutto questo dimostra una serie di cose.

Quando si è all’opposizione si portano idee contro, evidenziando le debolezze del governo, mentre quando si è al governo è necessario fare cose precise e concrete. Nel governare si è soggetti ad un obbligo di risultato, anche se non del tutto effettivo, perché è necessario realizzare gran parte del programma presentato in campagna elettorale. Si tratta di un adempimento funzionale, per essere credibili durante le successive campagne elettorali. Due le possibilità per governare: o un partito riesce a farlo da solo ma, in tal caso, ha necessità di avere una maggioranza parlamentare schiacciante (cosa che rarissimamente accade), oppure occorre stabilire alleanze partitiche

Il consenso politico italiano è assai instabile (e forse lo è anche quello mondiale). Renzi come ha avuto il consenso? Perché si è presentato come il condottiero capace di risolvere i problemi, soprattutto quelli economici legati al mondo del lavoro. Tematiche che lo hanno fatto stravincere. Sennonché, quando si è trovato al governo ha riscontrato seri problemi pratici. Le sue riforme del mondo del lavoro sono state meno rilevanti di quanto propagandato da lui e dai suoi. Basta pensare al fatto che le sbandierate migliaia di assunzioni altro non erano se non stabilizzazioni del precariato lavorativo già in essere. Senza contare i problemi con le banche. Ancora, un condottiero deve essere forte, e non solo dal punto di vista mediatico, ma anche politicamente.

Dunque, cosa è accaduto successivamente a Renzi?

L’esperienza deludente di Renzi ha favorito una forte emorragia di voti verso il Movimento 5 Stelle, e questi voti fuggiti dal PD hanno portato al 30% il Movimento grillino. Ma, il Movimento non poteva governare da solo; il PD non era un buon alleato, rimaneva come alternativa la Lega di Salvini, che in quel momento era al 17%.

Bene, l’attuale contratto di governo prevede una parte economica ed una più sociale. Quella economica, derivante dal programma elettorale proposto dalla Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, è sostanzialmente incentrata sulla Flat Tax e sulla Tav, e su misure di ampio respiro, come quelle fiscali e dei lavori pubblici. La parte economica del contratto dei Cinque Stelle è finalizzata al Reddito di Cittadinanza, disegnato in campagna elettorale senza limiti e barriere, requisiti e parametri di sbarramento; si presentava come socialmente indirizzata. In effetti, sembrava che tutti i cosiddetti poveri potessero accedere al reddito. Quindi il Sud più povero lo ha votato.

Però, tutte le misure economiche hanno un costo. Salvini ha compreso che, una volta arrivato al governo con i Cinque Stelle, avrebbe avuto la magnifica occasione di sopravanzare definitivamente Forza Italia. Poteva diventare lui il centro di riferimento della destra italiana. Cosa ha fatto dunque Salvini, assai ben consigliato dai propri esperti media? Ha intercettato la maggior parte dei malesseri del popolo italiano, semplicemente. E due fra questi, l’insicurezza e la rabbia per una immigrazione selvaggia, senza regole di entrata e di gestione interna. In effetti, Salvini, se ben ricordate, all’indomani del tragico governo Monti, ha cominciato a mettere sul piatto della bilancia l’abolizione della Legge Fornero, lo stop all’ondata migratoria e l’inadeguatezza di questa Europa. In questo modo ha ottimizzato a costo zero, con nessun dispendio di denaro pubblico, problemi sociali legati all’immigrazione, alla legittima difesa ed ha fatto passare quota cento. Quindi, a costo zero, Salvini ha rimpolpato il consenso per giungere ora al 34%. E tutto, ripeto, a costo zero.

Il Movimento 5 Stelle ha detto di sì a tutto, per precostituirsi un credito con la Lega, specialmente nel momento del varo del Reddito di Cittadinanza. In realtà, la cosa non è avvenuta, perché è venuto fuori un Reddito di Cittadinanza al quale pochi hanno accesso, e nonostante i 5 Stelle abbiano, all’interno del Governo, la maggioranza, si è appiattito sulla Lega provocando la delusione di moltissimi dei suoi aderenti. Si tratta di una delusione, e gran parte dello scontento dei Cinque Stelle è stato intercettato dalla Lega, e poco dal PD. Si è trattata di una punizione, sulla quale il Movimento deve riflettere.

In sostanza, nell’arco di due anni abbiamo avuto:Renzi che ha ingrossato i Cinque Stelle, ed i Cinque Stelle che hanno fatto votare la Lega.

Ora, cosa accade?

La situazione è decisamente precaria. È vero che la Lega è al 34%. Ed ora, finita la campagna elettorale (se veramente è finita…) si deve cominciare a governare sul serio. Cioè realizzare la parte del programma elettorale che la Lega aveva con il centro destra unito, ossia con Forza Italia e Fratelli d’Italia. I Cinque Stelle, che nei prossimi giorni capiranno le ragioni di questa disfatta, si troveranno nella situazione di non poter votare all’interno del Governo i provvedimenti proposti dalla Lega. Cosa fa? Vota la Tav? La Flat Tax? Se dovesse votare tali provvedimenti, correrebbe il serio rischio di abdicare (quasi completamente) agli ideali del Movimento e, quindi,di scomparire. Non può permetterselo, e dunque sarà giocoforza assumere un ruolo di contrasto alla Lega all’interno del Governo. In questo scenario, Salvini potrebbe dover cercare voti fuori dal Governo, in parlamento. E Se li cercasse in Forza Italia o in Fratelli d’Italia? Sarebbe accettato dal Presidente Conte e dal M5S e, anche se accettato, basterebbe l’appoggio di quei partiti? Forse sì, forse no. Chissà. Sta di fatto che questo è uno scenario possibile. Una situazione davvero difficile da gestire.

Andare ad elezioni? Non conviene a nessuno ora, se non a Fratelli d’Italia. Salvini non è sprovveduto, e sa che il suo elettorato è di opinione, e se non porta a casa risultati economici (Flat Tax, Tav, superamento della Fornero e la legge di bilancio) la Lega può subire un fortissimo scossone, perché il mondo imprenditoriale ed industriale le girerà le spalle. Quindi, Salvini non può andare ad elezioni senza aver portato un risultato in questi sensi. Il Movimento Cinque Stelle rischierebbe di scomparire. Il PD deve scongiurare il rischio elezioni imminenti, dal momento che, gratis et amore dei (dal momento che non ha compiuto una sola cosa di sinistra) ha raggiunto il risultato del 21%, grazie a qualche deluso dei Cinque Stelle, ma, soprattutto grazie agli anti-sovranisti. Adesso deve far sì che questo 21% si riempia di contenuti e se non propone qualche cosa di davvero realistico e di sinistra finirà male anche lui, di nuovo.

Insomma, ora?

http://blog.ilgiornale.it/bertirotti/2019/05/27/salvini-e-ora/#