Salvini oggi attacca le Istituzioni: “i senatori a vita sono reperti del passato”

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Ma non si tratta della solita scemenza. È un attacco che fa parte del più ampio disegno politico salviniano.

Un disegno che prevede una cosa ben precisa: la desacralizzazione delle Istituzioni. La loro distruzione per come le conosciamo. In ogni loro aspetto. Una desacralizzazione che mette in atto – non casualmente – con conferenze stampa fatte in discoteche al mare. Attraverso l’Inno nazionale ballato da cubiste. E anche verso la distruzione di simboli come quelli dei senatori a vita, considerati appunto “ruderi”.

Ma perché Salvini vuole questo? La risposta è semplice: perché le Istituzioni, con la loro sacralità, impongono regole e valori per lui inarrivabili. Impongono decoro, saggezza, capacità, ragionamento. In altre parole, impongono un terreno di gioco politico in cui il ruolo di Salvini sarebbe quello del raccattapalle. Per questo quel terreno vuole cambiarlo e sostituirlo con uno sregolato, “libero”. Persino anarchico a tratti. Dove il peggio di una persona diventa un vantaggio. Non un ostacolo.

Queste bordate che lancia verso le Istituzioni dello Stato non sono quindi casuali. Ma parte di quel piano: portare dalla sua l’opinione pubblica. Imporre a quell’opinione il suo modello di Istituzioni, dove la fa da padrone.

E più crescerà, più i suoi attacchi si faranno feroci. Stiamone certi.

Leonardo Cecchi