SANITOTI: COSÌ LA SANITÀ PUBBLICA REGALA ANESTESISTI AI PRIVATI

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Sono circa 60 gli anestesisti e i rianimatori che negli ultimi dieci anni hanno lasciato gli ospedali pubblici della Liguria: c’è chi è andato a lavorare in strutture private e chi è andato all’estero, per lo più in Francia. Se nel luglio 2010 gli specialisti erano 450, ad agosto di quest’anno sono 395, spiega il Secolo XIX. Un’emorragia che, negli ultimi cinque anni di governo regionale di centrodestra, ha continuato a peggiorare: come riportano sia il quotidiano genovese, che gli stessi medici, le cause dell’abbandono vanno ricercate nello stress, soprattutto dopo la prima ondata del covid. Carenza di organico e turni massacranti hanno portato a questa situazione. A farne le spese sono soprattutto gli anestesisti che lavorano nelle terapie intensive con grande dispendio di energia fisica e mentale. Così è accaduto anche all’ospedale di villa Scassi a Sampierdarena che, negli ultimi sei mesi, ha perso ben tre esperti anestesisti, passati anche loro al privato. E non per “motivi economici”, ma perché da parte dell’Asl 3 non c’è stato il minimo interesse a cercare di andare incontro alle esigenze dei medici, anche solo per assicurar loro una migliore qualità della vita riorganizzando, per esempio, i turni in ospedale. Dall’azienda sanitaria non è arrivata neanche una telefonata per ringraziare i tre specialisti dopo tanti anni di lavoro svolto nel servizio pubblico locale. È così che la nostra sanità pubblica, fiore all’occhiello del nostro Paese, viene fatta a pezzi sistematicamente anno dopo anno. Questo è il modello dell’attuale giunta di governo ligure. Smantellare il pubblico, sempre più in affanno, e incentivare il privato. A pagare, alla fine, sono sempre i cittadini.

Ferruccio Sansa