Sappe: “Il problema del disagio psichico in carcere è irrisolto”

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Il sindacato replica alla consigliera Pd: “Prima di chiudere gli Opg era meglio creare valide alternative, felici che non sia passata la riforma Orlando

L’esecuzione della pena non deve guardare solo alla dignità e alla rieducazione dei detenuti ma garantire anche la sicurezza dei cittadini onesti. È quanto sostenuto dal Sappe nel replicare alla presa di posizione di Ilaria Baraldi, consigliera comunale del Pd, in merito agli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) chiusi e sostituiti dalle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems).

“Se proprio si volevano chiudere gli Opg forse sarebbe stato meglio creare prima delle valide alternative” commentano Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso, rispettivamente segretario generale aggiunto e segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, confermando la tesi che “non erano adeguati e andavano riformati e migliorati” piuttosto che chiusi.

“La consigliera, invece, sembra volersi iscrivere al partito di coloro che piuttosto che migliorare ciò che non funziona bene preferiscono distruggerlo e lasciare il problema irrisolto – criticano Durante e Campobasso -. Chissà se la consigliera sa che le Rems non riescono ad esaudire tutte le richieste e adesso c’e la lista d’attesa per collocare le persone sottoposte a misura di sicurezza. Chissà se è al corrente del fatto che non tutte le regioni si sono dotate delle strutture necessarie”.

“L’unica cosa intonata scritta dalla consigliera e che quindi condividiamo è l’affermazione secondo cui il disagio psichico non va gestito in carcere, ma questo lo abbiamo detto noi prima di lei, se avesse letto attentamente il nostro intervento e quelli precedenti se ne sarebbe accorta” bacchettano i rappresentanti i sindacalisti, rivelando che “molte aggressioni sono poste in essere da detenuti con forte disagio psichico, al contrario di ciò che invece sostiene la consigliera”.

Per il resto, “non abbiamo alcuna intenzione di farci trascinare in inutili e sterili considerazioni e polemiche di carattere strettamente politico sulle riforme fatte da questo o quel governo. Ci limitiamo ad osservare in chiave strettamente tecnica e di buon senso”.

Per quanto riguarda le riforme che avrebbe voluto il ministro Orlando, “come abbiamo già osservato a suo tempo – ricordano i rappresentanti Sappe – c’erano alcune cose positive come, per esempio, lo svolgimento delle udienze in videoconferenza per i detenuti appartenenti alla criminalità organizzata, ma ce n’erano altre che abbiamo ostacolato con forza come, per esempio, la possibilità di concedere i benefici penitenziari a quegli stessi detenuti appartenenti alla criminalità organizzata che oltre ad essere stati condannati per reati associativi sono stati altresì condannati per altri reati, commessi avvalendosi della forza intimidatrice, derivante dal vincolo associativo (per i tecnici: scioglimento del cumulo)”.

“Questa è solo una delle note stonate di quelle riforme – attaccano dal Sappe -. Riforme che erano il frutto di una visione strettamente ideologica dell’esecuzione penale. D’altra parte, la stessa consigliera, quando tratta dell’esecuzione penale, nel suo intervento, fa esclusivo riferimento alla dignità e alla rieducazione, ma dimentica che attraverso l’esecuzione della pena bisogna anche garantire la sicurezza dei cittadini onesti: quelli che rispettano le leggi e pagano le tasse, anche per quelli che la legge non la rispettano. Mettere fuori dal carcere i mafiosi che hanno sciolto i bambini nell’acido non è un buon servizio reso ai cittadini italiani. Siamo felici che quella riforma non sia passata