S’avvicina la crisi, come al solito rispunta Monti: «Occorre una maggioranza di unità nazionale»

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È un po’ come l’odore del sangue o, per essere meno cruenti, il richiamo della foresta. Fatto sta che appena si materializza lo spettro di una crisi di governo, torna a galla il senatore a vita Mario Monti. Il professore è un vero esperto della materia. Circa dieci anni fa toccò a lui sostituire con un esecutivo tecnico l’ultimo governo autenticamente espressione della volontà popolare, il Berlusconi IV. Lo fece forte della cosiddetta maggioranza ABC, acronimo dei cognomi Alfano, Bersani, Casini. Tradotto in politica: destra, sinistra, centro. Un esperimento che, se solo potesse, Monti non disdegnerebbe affatto di rieditare.
Monti intervistato dal Foglio

Tanto è vero che in un’intervista al Foglio l’ha auspicata a chiare lettere. Questa volta per gestire la ricostruzione. Dieci anni fa, invece, fu per uscire dalla spirale dello spread su cui si era avvitato, spintovi anche dalla manina franco-tedesca, il governo presieduto dal Cavaliere. «Sarebbe stato auspicabile già per far fronte alla pandemia. Nella fase della ricostruzione lo sarà ancora di più», argomenta il professore bocconiano. In linea teorica il suo ragionamento non è sbagliato, dal momento che in riferimento alla «struttura economico-sociale del Paese» egli intravede una «fase costituente». E «le costituzioni – aggiunge – devono accogliere, in modo organico, il contributo di tutti». Non fa una grinza.