Si è sciolto A68, l’iceberg più grande del mondo

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Si è sciolto l’iceberg più grande del mondo, noto con il nome di A68.

Iceberg più grande del mondo, la montagna di ghiaccio,  diventata una star anche sui social media, in origine copriva un’area di quasi 6 mila km quadri, un’estensione di poco superiore a quella della Liguria o dell’isola di Cipro.

A quanto risulta dalle immagini scattate dai satelliti, di A 68 rimane ora solo una miriade di frammenti che non vale più la pena monitorare, secondo il National Ice Center degli Stati Uniti. L’iceberg si era staccato dalla piattaforma Larsen C dell’Antartide nel 2017 ed era rimasto immobile per un anno, per poi iniziare ad andare alla deriva verso Nord con crescente velocità, spinto dai forti venti e dalle correnti.

Il blocco, pesante un miliardo di tonnellate, aveva attraversato così l’Atlantico Meridionale per spingersi verso il territorio d’oltremare britannico della Georgia del Sud. L’isola è un vero e proprio cimitero degli iceberg, che rimangono intrappolati dalle secche e finiscono per sciogliersi lentamente. Lo scorso novembre A68 era però riuscito a scongiurare tale destino per proseguire il suo viaggio e infine soccombere al progressivo innalzamento delle temperature.

“E’ incredibile che A68 sia durato così tanto”,

ha spiegato alla Bbc il professor Adrian Luckman dell’Università di Swansea,

“se si pensa al rapporto di spessore, è come quattro fogli A4 impilati uno sull’altro.

Quindi questo oggetto è incredibilmente flessibile e fragile nel suo tragitto attraverso l’oceano. E’ durato quattro anni ma alla fine si è spezzato in quattro o cinque pezzi che poi si sono frantumati a loro volta”.

A catturare l’attenzione del pubblico mondiale fu l’avvicinamento di A68 alla Georgia del Sud, in quanto il passaggio di un iceberg di quelle proporzioni avrebbe messo a rischio le aree dove si nutrono le locali colonie di pinguini. Fu quello il momento in cui milioni di persone, preoccupate per la sorte degli animali, iniziarono a seguire il percorso dell’iceberg attraverso i satelliti. Dal punto di vista scientifico, il viaggio di A68 ha consentito invece agli scienziati di studiare meglio la struttura delle piattaforme di ghiaccio e i processi, come l’idrofrattura, attraverso i quali l’innalzamento della temperatura distrugge il ghiaccio.

Dati che saranno utili nello studio dei cambiamenti climatici, dei quali A68 non è però una vittima. Il distacco di A68 è stato infatti il risultato del normale processo con il quale le piattaforme di ghiaccio si mantengono in equilibrio, liberandosi della massa in eccesso in seguito alle nevicate o all’ispessimento del ghiaccio.