Scuola, Delrio: Non bisogna perdere tempo, dobbiamo aprire in sicurezza dappertutto

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“La scuola è la più grande infrastruttura del Paese. Se n’è parlato troppo poco, per colpa di tutti”. Lo dice, intervistato dal quotidiano La Stampa, il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio.

E alla domanda: La sensazione è che il governo si sia preoccupato molto dell’emergenza sanitaria, poi di quella economica, molto meno di quella educativa. È d’accordo? Delrio risponde: “Purtroppo è vero, il dibattito sulla scuola è partito tardi e tra le polemiche. Invece bisognava stringere un grande patto educativo tra studenti, famiglie, insegnanti. Ora non bisogna perdere tempo, dobbiamo concentrarci per aprire bene e in sicurezza dappertutto“.

In merito alle lamentele dei genitori per gli insegnanti del nido coperte dalla testa ai piedi per pura del contagio da coronavirus, Delrio sostiene che: “vinceremo la sfida grazie alla dedizione di insegnanti che sanno lavorare in condizioni non semplici, ma che sapranno trasmettere calore e umanità anche così”.

“Io sono – spiega – dalla parte degli insegnanti che ce la metteranno tutta e non scapperanno di fronte al loro lavoro”.
Elezioni regionali

Il capogruppo del Pd alla Camera non fa pronostici sulle imminenti elezioni regionali ma è certo che non ci sarà il 7-0 pronosticato dal leader leghista Matteo Salvini.

Quanto alle mancate alleanze sui territori tra Pd e 5 stelle, nonostante l’impegno messo in campo dallo stesso premier Conte in tal senso, Delrio osserva: “Avevamo tutti auspicato un risultato diverso, ma hanno deciso i dirigenti locali. Ora il problema è battere le destre, e il Pd è in prima linea”.
Referendum

“Il nostro è un sì serio e ragionato, coerente con quanto detto e fatto in altre occasioni” e aggiunge “il solo taglio del numero dei parlamentari avrebbe potuto rappresentare un pericolo, perché c’era in quel disegno un’idea di antiparlamentarismo. Ma con il patto di governo le cose sono cambiate, e stiamo promuovendo un pacchetto di riforme complessivo. Il nostro è un sì ponderato, premessa al superamento del bicameralismo perfetto”.