Scuola, Rampelli: “Governo rincorre e non sa programmare: milioni di famiglie vogliono sapere”

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A 28 giorni dall’apertura della scuola i nodi sono ancora da sciogliere. I presidi hanno scritto al ministro minacciando di non riaprire i plessi. C’è incertezza sulla regole sanitarie e manca la data per la consegna dei 2 milioni e mezzo di banchi monoposto. I docenti temono sia i contagi sia le possibili denunce dei genitori qualora risultassero dei casi. Rimane irrisolto il problema degli spazi per lo svolgimento delle lezioni. Al sud mancano 10 mila aule. Un disastro causato dall’insipienza e dalla presunzione. Se si voleva davvero garantire la riapertura a settembre, bisognava pianificare subito la ristrutturazione degli edifici scolastici, riparare quelli fatiscenti, riaprire i piani di quegli edifici non utilizzati per la diminuzione del numero degli studenti. E, soprattutto, il Governo doveva senza indugi investire sulle scuole pubbliche paritarie incoraggiandole a incrementare gli alunni, in modo da decongestionare così le scuole statali. Ma la visione sussidiaria è stata impallinata dalla furia ideologica della Azzolina. Il Governo, se è capace di prendersi impegni, dica esplicitamente se le scuole riapriranno il 14 settembre. Milioni di famiglie, studenti e docenti vogliono sapere.” E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia.