Scuola, Ronzulli: “Chiusura ha causato danni gravi a studenti e mamme”

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“Con l’arrivo del generale Figliuolo si è avuta una forte accelerazione della campagna vaccinale che adesso è meglio organizzata dal punto di vista della logistica. Si è data una risposta di tipo militare, si sa chi fa cosa, in pochi giorni si sono realizzati 2000 punti vaccinali in più e c’è collaborazione tra tutte le istituzioni – pubbliche, private, civili, militari, protezione civile e volontari – che concorrono ad aumentare il numero delle somministrazioni. Tra un po’, come chiedeva Forza Italia, si aggiungeranno anche 70 mila farmacisti che consentiranno di procedere con ancora maggiore velocità verso l’obiettivo di raggiungere un’immunizzazione di gregge entro la fine dell’estate con l’80% della popolazione vaccinata. Un obiettivo raggiungibile anche perché a breve arriveranno nuove dosi di vaccino, 7 milioni entro aprile, tra cui il Johnson and Johnson che è monodose e che quindi potrà imprimere una nuova accelerazione”. Lo ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati, a Sky Tg24.

“La scuola è la Cenerentola di questa pandemia, è stata la prima a chiudere e l’ultima a riaprire. Purtroppo si è perso un anno senza riuscire a mettere istituti e trasporti in sicurezza, non si sono fatti i lavori di edilizia scolastica che avrebbero consentito una ripartenza più veloce. Questo, oltre ai danni causati agli studenti che hanno perso competenze ma anche in termini di socialità, ha provocato problemi anche alle famiglie, soprattutto alle mamme che, con i figli in dad a casa, hanno vissuto un ulteriore stravolgimento della loro quotidianità dopo quello imposto dalla pandemia. Per quanto riguarda l’occupazione femminile, infatti, la situazione è drammaticamente peggiorata e si è avuto il paradosso per cui se fino a 10 anni fa le donne erano in molti casi obbligate a scegliere tra famiglia e lavoro, adesso sono costrette a licenziarsi per badare ai figli che studiano da casa e questo è dovuto anche a una disparità salariale rispetto agli uomini che arriva addirittura al 18%. Bisogna mettere le donne in condizione di lavorare e per farlo servono servizi, come asili nidi in numero adeguato e più congedi parentali, in un’ottica però di genitorialità e non più di maternità”. Ha aggiunto