Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore

0
66

Comunque un delinquente. Molte persone che conosco sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda. A fine partita scese il presidente Matarrese a complimentarsi: ‘Presidente, io prendo il minimo sindacale, vediamo di migliorare ‘sto contratto. Ho bisogno di soldi perché io e mia madre facciamo la fame”.

Una parola, un significato, che FantAntonio conosce molto bene.

“Ho sofferto la fame, ma la fame nel vero senso della parola. Mia madre non lavorava, era casalinga, e guadagnavamo 3-4mila lire al giorno: con quelle dovevamo mangiare. Mia madre ha fatto tanti sacrifici per me, allo stesso tempo non è mai andata a scuola e non è che parla molto bene l’italiano. Mia madre mi faceva fare tutto. Giocavo per la strada, tra i vicoletti e naturalmente c’erano le persone più grandi che mi sceglievano, io guardavo a chi mi dava mille lire in più o in meno perché ero più forte di tutti. Non avevo soldi, mai visti nella mia vita, dicevo ‘scegli me, ti faccio vincere’ e ogni giorno giocavo in strada, per guadagnare qualcosina. La mia grande occasione è sempre stata il calcio, all’epoca mi aveva portato a vivacchiare perché per me duemila lire in un più o in meno facevano la differenza per me”.

18 dicembre 1999, 20 anni dal fantastico gol che cambiò per sempre la vita di Antonio Cassano.

Fonte: Gazzetta dello Sport  calcio totale facebook