SECONDA FASE

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Immaginatevi il seguente scenario: al termine della quarantena imposta in tutta Italia, le persone ricominciano gradualmente ad andare al lavoro, a incontrare gli amici e i parenti, a passeggiare per i parchi e a fare la spesa.

Complice anche la bella stagione, la vita riparte all’insegna della cautela dopo un lunghissimo lockdown. A quel punto, dovremo con tutta probabilità fare fronte a una seconda ondata di Coronavirus.

La ragione è semplice: molte delle persone che torneranno a camminare per le strade potrebbero essere contagiate ma asintomatiche o paucisintomatiche (cioè con sintomi lievi). Oppure potrebbero appena aver contratto il Covid-19, ma non aver ancora manifestato i primi sintomi. A quel punto, è inevitabile che il contagio riparta.

Ovviamente, questo scenario viene preso in considerazione dagli esperti che indicano al governo le tempistiche da tenere. Ed è per questa ragione che, dal momento in cui si raggiungono i “contagi zero” (ovvero non si registrano nuovi casi di Covid-19 per più giorni consecutivi), sono necessari almeno 14 giorni il tempo di incubazione del virus prima di decretare la fine della quarantena. Ma non è affatto detto che sia una precauzione sufficiente.

Pietro Catania