Seggi aperti, ma…

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Mentre sto scrivendo, in Italia le urne sono aperte per il referendum sulla riforma per la riduzione dei parlamentari, ma anche per elezioni di vario tipo in alcune regioni e in alcuni comuni. Lo sappiamo tutti come funziona: fra il SÌ e il NO, vince chi ottiene più voti, e analogamente per le elezioni, con eventuale ballottaggio, con regole ben chiare per tutti.
Però possono succedere anche episodi curiosi, e solo con un’attenta valutazione matematica si riesce a capire il meccanismo. Ne sa qualcosa Hillary Clinton, che ha ricevuto 62 milioni e mezzo di voti, contro i 61 milioni di voti a Donald Trump, ma che non si è aggiudicata la presidenza degli USA. Cosa era successo? Negli USA chi riceve più voti in uno dei 50 Stati si aggiudica i seggi di tutto quello Stato. Quindi nella California ha vinto Hillary, avendo ricevuto il 61% dei voti, contro il 32% di Trump (e altri voti dispersi); ma le sarebbero bastati molti meno voti per superare Trump ed aggiudicarsi comunque tutti i 55 Grandi Elettori della California; se questi voti fossero andati in altri Stati, adesso ci sarebbe un altro Presidente USA.
Restiamo negli USA per esaminare un altro caso legato alle percentuali: dopo il censimento del 1880 è risultato che all’Alabama sarebbero andati 8 seggi dei 299 disponibili nel Parlamento. L’Alabama è il primo Stato degli USA per l’ordine alfabetico, ma anche per la sfortuna, perché appena sono stati previsti 300 seggi invece che 299, è successo qualcosa di inatteso. Tutti si aspettano che questo nuovo seggio vada a uno dei 50 Stati, e nulla cambi per gli altri; invece con il calcolo dei resti, le percentuali hanno decretato che sono due gli Stati che guadagnano un seggio, mentre l’Alabama da 8 è passato a 7. Anche Wikipedia dedica una pagina all’evento, con tabelle e esempi. Sperando di trovare una spiegazione, ho pensato a questo punto di guardare come si piazza l’Alabama nell’elenco dei 50 Stati, aspettandomi di vederlo nelle ultime posizioni, sia come popolazione, sia come dimensioni, e invece l’ho trovato a metà classifica. Quindi è possibile che avvengano eventi inattesi anche in politica, come in economia o in altri campi, e solo con un’analisi matematica riusciamo a spiegarli.

Giorgio Dendi