Serie A, Juventus-Genoa 3-1: Kulu, Morata e McKennie regolano il Grifone

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Tre gol e tre punti per la Champions. La Juve risponde a Inter e Milan e resta in scia. Allo Stadium va in scena una gara divisa in tre atti. Nel primo atto la squadra di Pirlo parte forte, corre e domina, poi nel secondo atto, a inizio ripresa, cala e trema per poi riprendersi nel terzo atto dopo il gol che chiude il match. Tutto con diverse buone notizie per il Maestro nonostante la prestazione opaca di CR7. A partire dalla prova di Rabiot e Bentancur, finalmente più aggressivi e rapidi a impostare. Fino ai riscatti di Kulusevski e McKennie e al ritorno al gol di Morata.

Allo Stadium il primo tempo è un monologo bianconero. Con Bentancur e Rabiot in cabina di regia e CR7 e Morata in attacco è la Juve a iniziare meglio tenendo alta la linea difensiva e manovrando in ampiezza sulle corsie con Kulusevski e Chiesa e spingendo con Cuadrado. Atteggiamento che lancia subito un messaggio forte e chiaro al Genoa e che indirizza il match. In pressione, la Juve aggredisce in mediana e aumenta i giri attaccando la profondità. Il Grifone invece arretra concedendo campo e occasioni. Il primo pericolo arriva da un tiro-cross di CR7, poi Cuadrado inventa per Kulusevski e dopo cinque minuti lo svedese non perdona battendo Perin con un sinistro chirurgico. Guizzo che sblocca il risultato e accende la gara. In vantaggio, la Juve gioca facile in mediana, aggredisce i portatori e trova rapidamente la profondità. Chiesa e CR7 ci provano da fuori, ma la mira è sbagliata. Poi, sugli sviluppi dell’ennesimo strappo dell’ex Fiorentina, ci pensa Morata a raddoppiare i conti dopo un palo clamoroso di Ronaldo. Un uno-due pesantissimo per il Grifone, che fino all’intervallo deve fare poi i conti con una Juve particolarmente in palla e con tante soluzioni in attacco. In mediana Rabiot e Bentancur dosano bene ritmo e intensità dettando i tempi della manovra con qualità. Qualità che poi esplode sugli esterni con le giocate di Cuadrado, Kulusevski e Chiesa, ma che davanti invece fatica un po’ a trovare varchi dalle parti di Ronaldo e Morata. Perin prima si oppone a un destro pericoloso di Rabiot, poi ferma Kulusevski. Dall’altra parte tocca invece a Szczesny superarsi a tu per tu con Scamacca.

La ripresa si apre con alcuni cambi e qualche piccolo assestamento tattico del Grifone. Modifiche che cambiano anche l’inerzia del match. Soprattutto grazie a Scamacca, bravo a liberarsi in area di De Ligt e ad accorciare le misure di testa. Gol che rimette in partita il Genoa e spaventa la Juve. Più bassa, la squadra di Pirlo fatica a manovrare con ordine e rapidità come nel primo tempo e senza filtro davanti alla difesa presta il fianco alle incursioni centrali trasformando la gara in un continuo botta e risposta. Szczesny dice no a un destro di Pjaca, poi l’ex bianconero fa secco Chiellini in area ma spara alto sprecando una grande occasione. Dall’altra parte invece un destro di Ronaldo finisce a lato di poco e Chiesa sbaglia tutto in contropiede. Errori di stanchezza a cui Pirlo risponde levando Morata e Kulusevski e facendo entrare Dybala e McKennie. Scelta che dopo due minuti rimette subito il match sui binari bianconeri. Approfittando di un errore di Ghiglione, Danilo manda McKennie in porta e l’americano firma il tris con freddezza ristabilendo le distanze e mettendo la gara in cassaforte. Nel finale, infatti, c’è spazio solo per la Juve. Alex Sandro ci prova due volte, ma Perin è attento, poi McKennie calcia alto da buona posizione e CR7 e Dybala non riescono ad arortondare di testa nel recupero. Dopo l’importante vittoria col Napoli, la Juve tiene il passo Champions.