Serie A, Juventus-Lazio 3-1: Pirlo accorcia sul Milan e avvisa il Porto

0
62
luve

Un’iniezione di fiducia fondamentale in vista dell’appuntamento più atteso della stagione. La Juventus strappa un successo importantissimo sia in ottica campionato sia in preparazione alla Champions e lo fa con una partita di cuore e carattere, due aspetti che troppo spesso erano mancati alla squadra nel corso della stagione. Gli uomini di Pirlo incassano la doccia gelata del vantaggio laziale, ma poi reagiscono con rabbia e orgoglio, trainati dalla carica di un indiavolatissimo Chiesa, dalla qualità delle giocate di Rabiot e dai gol ritrovati di un Alvaro Morata sempre più decisivo. Una vittoria per rafforzare il terzo posto e presentarsi con lo spirito giusto alla partita di martedì, quando servirà ribaltare il 2-1 incassato dal Porto all’andata. Per altro concedendosi il lusso di tenere in panchina per oltre un’ora CR7 e McKennie. La Lazio, dal canto suo, incappa nella seconda sconfitta di fila e continua il suo periodo di alti e bassi, complice anche un Immobile in condizioni precarie e una difesa sempre più traballante. La zona Champions si fa ogni giorno più lontana.

Eppure nelle prime battute sono proprio i biancocelesti a partire col piede sull’acceleratore, sfruttando una buona condizione fisica (complice il turno di riposo forzato) e un avvio piuttosto svagato dei padroni di casa. Dopo un quarto d’ora di sofferenza la Juve capitola a causa di una clamorosa ingenuità di Kulusevski, che con un retropassaggio da matita rossa regala palla a Correa in campo aperto. L’argentino mette a sedere Demiral con un doppio passo e trafigge Szczesny sul suo palo. I bianconeri appaiono un po’ in bambola, ma al 25′ la panchina di Pirlo si sgola per un evidente tocco di mano di Hoedt in area, giudicato non sufficiente a concedere il penalty da Massa. L’episodio sembra dare la scossa ai bianconeri, che alzano improvvisamente il baricentro, schiacciano l’avversario nella propria trequarti e a 5′ dall’intervallo trovano il pari con una perla di Rabiot, bravo infilare nel sette da posizione defilata un Reina tutt’altro che impeccabile.

La Juve inizia la ripresa con lo stesso piglio della fine del primo tempo e sfiora il 2-1 con Chiesa dopo 5′. La partita è vivissima e le emozioni si susseguono una dietro l’altra: prima la traversa di Milinkovic, poi, su un contropiede micidiale innescato da Chiesa, il 2-1 sotto l’incrocio siglato da Morata. Neanche il tempo per gli avversari di riordinare le idee che arriva l’episodio destinato a chiudere il match: un ingenuo Milinkovic atterra in area Ramsey mentre difende palla in posizione non certo pericolosa. Dal dischetto si presenta il numero 9 che spiazza il portiere e cala la doppietta. Nel finale di gara la Lazio prova a riaffacciarsi dalle parti di Szczesny prima con Immobile (unica vera occasione creata), poi con Fares, ma la Juve è attenta e gestisce con tranquillità ed esperienza fino al triplice fischio.