Si allarga l’inchiesta Gregoretti

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Agli atti le carte su altri 140 sbarchi. Faro del gip sulla legittimità dei decreti Salvini. Sabato a Catania attesa la testimonianza di Conte
Dopo una lunga pausa, riprende con un colpo di scena il procedimento a carico di Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti. In vista dell’udienza di sabato e con una mossa a sorpresa, il giudice per le indagini preliminari di Catania, Nunzio Sarpietro, ha chiesto e ottenuto dal Viminale una lunga serie di documenti e atti relativi ad altri 140 sbarchi che sono avvenuti sulle coste italiane sia nei mesi in cui il Capitano, indagato per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio, ha rivestito il ruolo di ministro dell’Interno che in quelli avvenuti dopo il passaggio di consegne con Luciana Lamorgese.
Stando a quanto trapela, il magistrato si starebbe concentrando soprattutto su 5 casi che riguardano migranti salvati dalle navi delle numerose ong e che, come noto, vennero costrette a lungo a restare in mare prima di riuscire ad ottenere il porto di sbarco. Ma c’è di più. Lo stesso gip ha anche acquisito, nei giorni scorsi, un serie di atti tra cui spiccano i due decreti sicurezza firmati da Salvini, il codice di regolamentazione delle ong voluto dal suo precedessore Marco Minniti, e la sentenza del Tar del Lazio che ha sollevato dubbi sulla legittimità del decreto sicurezza del Capitano nella parte in cui vieta l’ingresso in acque territoriali alle navi umanitarie con a bordo migranti salvati in mare.
QUESTIONE SPINOSA. Che si tratti di una partita delicata, è chiaro da tempo. Per questa ragione il gip non vuole lasciare nulla al caso, specie in vista dell’udienza di sabato in cui si entrerà nel vivo del procedimento. In quell’occasione saranno presenti nell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania, oltre a Salvini, anche il premier Giuseppe Conte, il quale non ha richiesto di essere audito a Palazzo Chigi nonostante la legge glielo permettesse, e gli ex ministri ai Trasporti, Danilo Toninelli, e alla Difesa, Elisabetta Trenta.
Proprio a loro tre, il gip Sarpietro chiederà lumi su come siano andate le cose nel caso specifico della Gregoretti e anche sugli altri sbarchi di cui intende accertare la legittimità. Lo stesso giudice, inoltre, intende appurare se la decisione di trattenere in mare la nave della Guardia costiera italiana, su cui erano presenti 116 migranti, sia stata presa in autonomia dal Capitano o se questa, come ha sempre sostenuto l’ex ministro, sia stata concordata con l’intero esecutivo.
SCHERZO DEL DESTINO. Sembra incredibile eppure per uno strano scherzo del destino, sabato è in programma anche l’udienza del processo Open Arms a Palermo. Anche qui il Capitano è indagato per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio ma l’udienza è destinata a saltare perché i legali dell’ex ministro dell’Interno hanno chiesto al gip di rinviare tale appuntamento giudiziario, in cui si sarebbe dovuto decidere l’eventuale rinvio a giudizio del leader della Lega, in quanto Salvini non potrà essere a Palermo per partecipare all’udienza perché già impegnato in quella davanti al gip di Catania.
Il caso della Open arms risale ad agosto 2019 quando il rimorchiatore della ong, dopo aver soccorso 163 persone durante tre diverse operazioni di salvataggio, prima di vedersi assegnato il porto di sbarco rimase in balia del mare per ben 21 giorni, 7 dei quali di fronte alle coste di Lampedusa. A sbloccare la situazione, mentre infuriava il braccio di ferro con l’Unione europea, furono i magistrati di Agrigento che, in seguito a un’ispezione a bordo da cui emersero gravi criticità sanitarie, ordinarono lo sbarco d’urgenza di tutti i profughi.