Si gioca da soli?

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Nei giorni scorsi i soci Mensa di Trieste si sono ritrovati per un pomeriggio di giochi e gare. Il Mensa è un’associazione internazionale che raggruppa le persone che in un test raggiungono un punteggio tale da farli rientrare fra il 2% della popolazione con il QI (quoziente d’intelligenza) più alto. Ci sono anche altri test adatti per calcolare con precisione il proprio livello, ma questa associazione prepara i problemi sufficienti solo per poter decidere con una procedura uguale per tutti chi può far parte del Mensa.
Pure un episodio del Tenente Colombo è ambientato in una sede americana del Mensa, e ho visto nel filmato che anche negli Stati Uniti i soci si ritrovano per proporre problemi curiosi e risolvere quelli proposti dagli altri amici. Così è capitato tempo fa, come dicevo all’inizio, in Italia nelle varie sedi, e durante l’incontro si è svolto il Brain, una gara che si tiene contemporaneamente in tutta la nazione, e che permette ai tre migliori classificati di non pagare la quota annuale di associazione. Io l’anno scorso mi ero classificato secondo, ma quest’anno temo di non aver fatto un così bel risultato… gli anni si fanno sentire anche per me…
Ma veniamo all’incontro, preceduto da una chiacchierata, durante la quale un amico ha presentato alcuni rompicapo, come quello illustrato nell’immagine. Si vedono due pezzi di metallo incastrati in qualche modo, e il gioco consiste nello staccarli uno dall’altro, senza ricorrere a forza bruta. Ovviamente, dopo aver mostrato a tutti di aver risolto il problema, bisogna ripristinare la posizione iniziale, incastrando i due pezzi come prima, per dar modo anche agli altri di cercare la soluzione.
Chiacchierando mentre mi disperavo per non riuscire a risolvere l’enigma, una nostra amica mi ha confidato che i suoi figli per prima cosa avrebbero fotografato l’oggetto e poi cercato su internet l’immagine in qualche modo che non so dirvi, e avrebbero così in poco tempo trovato un tutoriale con tutti i consigli per arrivare alla soluzione. Ok, ci abbiamo un po’ riso per sottolineare come di generazione in generazione cambiano i procedimenti per risolvere i problemi, ma poi, tornando a casa, ho ripensato alla situazione, commentando fra me e me che una volta se non si sapeva risolvere qualche problema, si usava chiedere consigli ad un amico, mentre ora ci si affida al telefonino o ad un altro mezzo simile… quindi si risolve tutto da soli.
Anche il gioco, che dovrebbe essere un momento di aggregazione, sta diventando un momento di solitudine? Speriamo di no.

Giorgio Dendi