Siamo gente umile, ma non accettiamo di essere umiliati, pretendiamo rispetto

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E dal governo ci aspettavamo e ci aspettiamo più attenzione”. È straziante il grido di dolore di Cristina Amabilino, la moglie di uno dei pescatori italiani arrestati in Libia dalle truppe di Haftar. Diciotto nostri connazionali sono in cella da un mese e mezzo, con la sola colpa di aver fatto il proprio lavoro. Prigionieri dello scontro politico interno a un Paese lacerato dalla guerra civile, del ricatto inaccettabile di forze militari prive di qualsiasi riconoscimento, della colpevole perdita di influenza del nostro Paese in quella regione. In mezzo, le innocenti famiglie di Mazara del Vallo. Noi non le dimentichiamo.
Abbiamo fiducia nella nostra diplomazia e nella nostra intelligence, ma serve un’azione politica forte per sostenerle. Il ministro Di Maio deve fare ogni cosa in suo potere, chiamando in causa tutti gli attori presenti nella regione, per riportare a casa i nostri pescatori. Per la responsabilità verso le loro famiglie, per la dignità dell’Italia.