“Siamo in mano a uno dei peggiori governi dal dopoguerra” dice Matteo Salvini

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“Il rispetto della donna è incompatibile con un certo tipo di Islam: non si possono spalancare le porte agli immigrati di religione islamica e poi parlare di rispetto della donna”. In un’intervista a La Stampa di Torino il leader della Lega Matteo Salvini parte dalla foto postata sui social in compagnia della fidanzata Francesca Verdini, nella quale ha fatto la parodia del Papa che “schiaffeggia” la fedele che in piazza San Pietro lo ha strattonato per trattenerlo a sé, per dire “ho rispetto per il Papa che ha sempre parlato di accoglienza con limiti e prudenza. Sottoscrivo”, aggiunge, per poi sottolineare che però “il pontefice si rivolge al mondo, io agli italiani”.

Quindi Salvini critica “i benpensanti della sinistra e le femministe che non difendono le donne dalla subcultura islamica” e, a proposito di Francesco, ricorda che ”il Cardinale Biffi sosteneva l’immigrazione dai Paesi più vicini e non islamici perché sono più compatibili dal punto di vista culturale e hanno una diversa considerazione delle donne”.

E a propria difesa, Salvini rivendica che “In Umbria abbiamo vinto con Donatella contro Giovanni, in Emilia vinceremo con Lucia contro Stefano, in Calabria con Jole contro Pippo. Le abbiamo candidate non perché donne ma perché brave. Giulia Bongiorno nel mio governo ideale sarebbe ministro della Giustizia domani mattina. Erika Stefani da ministro ha fatto una grande lavoro”.

Quanto poi a Mattarella e all’accusa lanciata che a capodanno si fanno i discorsi più melliflui, più incolori, più insapori, mentre le sue sono parole scomode, il leader della Lega dice: “Non parlavo di Mattarella ma del governo che è quanto di più incolore e insapore ci sia”. Un governo, aggiunge “senza anima”. Meglio, “uno dei peggiori del dopoguerra: quello di Monti addirittura era migliore”. Per poi chiosare: “L’ho combattuto, ma almeno aveva un’idea, un progetto”.

“Prima c’erano Craxi, Spadolini, lontani da me – prosegue Salvini –, ma oggi abbiamo Zingaretti, Conte, Di Maio. Berlinguer era sei spanne sopra Zingaretti. Anche la Cgil di Lama era un altro pianeta. Il Pci era una sinistra con dei valori mentre oggi il Pd è il peggio del peggio, la peggiore eredità che Berlinguer e Lama potessero augurarsi”.

E a La Stampa che gli chiede se alle prossime elezioni politiche vedremo il premier, sostenuto dal Pd, in uno scontro diretto contro il leader leghista, Salvini risponde in questo modo: “Se pensano che Conte possa essere il loro candidato allora sono proprio alla canna del gas. Conte – aggiunge il leader leghista – non ha un voto, non esiste: ha scoperto il gusto della poltrone e ci vuole rimanere”.

Infine, sull’autorizzazione a procedere contro di lui per il caso della nave Gregoretti e l’accusa di sequestro di persona, Salvini sfida i Cinque Stelle e dice: li “voglio vedere al Senato votare l’opposto di quello che hanno votato pochi mesi fa per difendermi. Voglio vedere i senatori votare contro l’interesse nazionale e sostenere che quello che io ho fatto, con il consenso di tutto il governo di allora, era per mio interesse personale”. Dopodiché, aggiunge Salvini, “sono pronto a farmi processare e rischiare 18 anni di carcere”.