Siamo tornati alla Guerra Fredda?

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Lo spionaggio da parte russa è un fatto grave. L’Italia reagisca con forza (e dignità) e coinvolga gli organismi internazionali.
Il fermo di due persone, tra cui un ufficiale italiano, accusate di spionaggio costituisce un fatto di assoluta gravità che al di là dei risvolti giudiziari impone reazioni forti e decise. Tale attività di intelligence volta all’acquisizione di informazioni sensibili, non potrebbe essere considerata, qualora accertata, come un atto di amicizia, propedeutico ad una leale e proficua relazione tra i due Paesi e la stessa Unione Europa, dimensione all’interno della quale l’Italia ha sempre mantenuto un atteggiamento propositivo verso la Federazione Russa.
Ovviamente, non conosco il contenuto di tale documentazione classificata. Ma, indipendentemente dalla loro natura, è indispensabile avere delle risposte. A chi rispondeva l’ufficiale russo? Qual è il grado di coinvolgimento del governo di Mosca? Qual è l’obiettivo di una simile missione? È pertanto necessario che, nel mentre gli organi inquirenti proseguono il loro lavoro sostenuti dall’eccellente attività dei nostri ROS e degli uomini dell’Aisi, la Farnesina, dopo la convocazione dell’Ambasciatore russo, interessi della vicenda gli organismi internazionali e la stessa NATO.
Lo dico perché non siamo in presenza di un caso isolato. Ricordo che il 30 agosto scorso, in una base NATO in Italia, un tenente colonnello francese è stato arrestato mentre consegnava documenti e informazioni riservate alla Russia. Purtroppo, siamo in una nuova fase.