Sicurezza dello Stato: espulsi un tunisino e un egiziano radicalizzati

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Sono stati rimpatriati un cittadino tunisino e uno di nazionalità egiziana per motivi di sicurezza dello Stato, dando esecuzione ai provvedimenti di espulsione adottati, rispettivamente, dal prefetto di Genova e dal magistrato di sorveglianza di Campobasso.

Il 28enne tunisino, già rimpatriato nel 2011 e poi nuovamente rientrato in Italia, si è reso responsabile di numerosi reati contro la persona, il patrimonio e in materia di armi. Durante il periodo detentivo si è posto in evidenza per il suo rigorismo ideologico-religioso e per essersi autoproclamato guida durante la preghiera degli altri detenuti di islamica.

Il 24enne cittadino egiziano, arrestato nel 2017 a Velletri (RM), era stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per tentato omicidio. Anche lui durante il periodo di detenzione si è messo in evidenza per avere in più occasioni esternato sentimenti di odio contro l’Occidente e l’Italia, anche con scritte inneggianti ad Allah, e affermato di voler morire facendosi esplodere una volta uscito dal carcere.

Con questi ultimi due rimpatri, salgono così a 534 le espulsioni/allontanamenti eseguiti dal 2015 a oggi (149 emessi dal ministro dell’Interno, 288 dal prefetto, 80 dall’Autorità Giudiziaria, 5 per riammissione “procedura Dublino”, 1 in base agli accordi di riammissione UE, 11 respingimenti di cui 5 ex art. 24 SIS II e 6 ex art. 10, co.2, T.U.I.), di cui 14 eseguiti nel 2021 (9 del prefetto, 3 dell’AG, 1 in base agli accordi di riammissione UE e 1 respingimento ex art. 10, co.2, T.U.I.).

Nel 2020 sono stati 59 gli allontanamenti eseguiti, 98 nel 2019, mentre nel 2018 sono stati 126. Nel 2017 erano stati eseguiti 105 allontanamenti, 66 nel 2016 e ancora 66 nel 2015.