Non ho avuto l’opportunità di incontrarlo spesso. Solo in qualche occasione, quando per la sua attività politica è venuto in Piemonte. La prima volta che lo intervistai fu subito dopo l’alluvione del 1994 quando l’esondazione del Po e del Tanaro causarono settanta vittime e danni gravissimi nelle province di Cuneo, Torino, Asti e Alessandria. Il Presidente atterrò a Levaldigi con i
suoi collaboratori coi quali ebbi subito una vivace discussione. A dare retta a loro non c’era assolutamente tempo per un’intervista perché si era già in notevole ritardo sulla scaletta e Berlusconi doveva raggiungere in auto i luoghi della tragedia. Molto spesso mi è capitato di trovare molto arroganti i componenti l’apparato. Anche quella volta fu così. Silvio Berlusconi, a differenza del suo
entourage, trovò il tempo per rispondere alle mie domande e anche di scambiare quattro chiacchiere con assoluta tranquillità.
Un episodio molto simile mi era già successo con Oscar Luigi Scalfaro con medesimo finale. In altre occasioni ho conosciuto anche
Paolo Berlusconi. Una sera eravamo a cena a casa sua con altri giornalisti e la compagna Natalia Estrada. Si stava chiaccherando amabilmente quando arrivò una telefonata. La mamma di Paolo era scivolata e si era procurata una distorsione alla caviglia.
Paolo abbandonò immediatamente la compagnia e corse dalla madre. Ritornò rincuorato due ore dopo e si esibì in alcuni giochi di prestigio. L’affetto di Silvio e Paolo Berlusconi nei confronti dei genitori è sempre stato proverbiale. Potenti, ricchissimi e discoli, io li ho sempre trovati generosi, educati, affabili.