Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze devastanti della pandemia

0
48
fico
fico

La crisi ha inciso gravemente sul capitale economico, umano e sociale

Ha ridotto la capacità produttiva, gli investimenti, i redditi. Ha inciso su disoccupazione e sottoccupazione, nonché su scuola, università e attività formative. Ha acuito le diseguaglianze territoriali, generazionali e di genere.
Non possiamo dunque oggi, 1° maggio, parlare di lavoro, dignità, futuro senza mettere in primo piano la necessità di un impegno vigoroso delle istituzioni e della politica per salvaguardare e accrescere l’occupazione. Un impegno che non può conoscere distrazioni.

A chi ha perso il lavoro, a chi è fermo ormai da più di un anno e guarda con preoccupazione al futuro. Ai tanti piccoli e medi imprenditori, che costituiscono la struttura portante del tessuto economico e produttivo del Paese, servono risposte immediate e il sostegno delle istituzioni. Il momento è ora.

I dati dell’ISTAT ci dicono che nel solo 2020 si è registrata una perdita di 444 mila posti di lavoro, il 70% dei quali femminili. In un momento così critico per il Paese è dunque necessaria volontà comune, coesione e senso di responsabilità: è l’unico modo per uscirne il prima possibile.
Nell’affrontare questa come tutte le altre sfide che verranno non possiamo infatti che agire e riflettere come comunità, con lungimiranza e attenzione alle future generazioni, avendo sempre presente che nessuno va lasciato indietro. Questo significa anche avere una particolare attenzione per tutte le precarietà prodotti dai nuovi lavori, dunque per la gig economy.

Lo Stato deve prendersi cura di tutte quelle persone – giovani e meno giovani – per cui la provvisorietà del proprio lavoro è motivo di insicurezza sociale, sanitaria ed economica. Serve un’attenzione costante del legislatore su questo fronte.
Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, appena definito da Parlamento e Governo, rappresenta un’occasione unica per rilanciare l’occupazione, soprattutto per le donne e per i giovani. E rappresenta allo stesso modo l’opportunità di attuare una ripartenza e progettare il futuro realizzando un’idea di Paese all’insegna della sostenibilità e della transizione verso un modello più giusto. Sono convinto che è solo perseguendo questa strada che creeremo vere e concrete condizioni di sviluppo e posti di lavoro duraturi, strutturando al contempo tutele sociali avanzate.
L’Italia deve saper sfruttare questa eccezionale opportunità e scrivere così una nuova pagina per il rilancio del Paese.